Gli animali delle altitudini ticinesi: lo stambecco
Gli animali delle altitudini ticinesi: lo stambecco
Nei primi mesi del 1980 il programma televisivo «Telescuola» mandò in onda una serie di tre puntate curate da Ivan Paganetti complessivamente intitolate: «La vita nelle altitudini», realizzate con la consulenza scientifica di Luigi Cagnolaro e Giovanni Pinna.
Andata in onda il 25 aprile 1980, questa seconda puntata della serie era presentata a pagina 20 del settimanale «Teleradio7» in edicola per la settimana dal 19 al 25 aprile 1980:
Il secondo filmato “Vita nelle altitudini” tratta in modo analogo di un altro importantissimo ruminante delle nostre Alpi: lo stambecco. È sempre stato un ambito trofeo di caccia pregiata, tanto che nel secolo scorso corse il rischio di estinguersi e fu salvato solo grazie alla protezione ricevuta nel massiccio del Gran Paradiso, da dove successivamente fu poi reintrodotto gradualmente in molte regioni alpine.
Incontriamo lo stambecco d’inverno alle alte quote: a differenza del camoscio, lo stambecco in inverno resta in alto sulle montagne, ove supera condizioni difficilissime, grazie alle sue eccezionali prerogative di resistenza al freddo ed alla sua capacità di reperire nell’ambiente adatto un magro pascolo di sostentamento. Il nostro obiettivo lo coglie tra le nevi ed i ripidi pendii ghiacciati e ci mostra dal vivo le sue straordinarie attitudini rupicole.
Ci avviciniamo poi da presso all’animale per esaminarne molti particolari ed il loro significato. Importante è l’esame delle corna, che consentono, più agevolmente che nel camoscio, di valutare l’età dell’animale con gli anelli di crescita annuali.
È poi facilissimo distinguere i maschi, con corna grandi e grandissime, dalle femmine con corna molto più modeste. Dato, poi, che lo stambecco appartiene al genere zoologico Capra ed è di fatto una particolare specie di capra selvatica in senso lato, abbiamo pensato di fare pure un accostamento, per confronto, con la capra domestica, filmata sulle montagne ticinesi. Ritorniamo poi in alta montagna in piena estate a cogliere visioni imponenti di branchi di maschi di stambecco, che l’obiettivo ci porta ad ammirare singolarmente nella straordinaria robustezza e prestanza dei loro trofei. Le immagini armoniose degli animali al pascolo e nei loro spostamenti abituali consentono di sviluppare in una rapida scorsa la biologia della specie.
Lo stambecco da tempi molto remoti ha adottato una sostanziale separazione dei sessi, tranne all’epoca della riproduzione. Dopo aver studiato i bei maschi, la cinepresa punta ancora più in alto e scova nei loro quartieri, tra le rocce, le madri coi piccoli, mentre giocano e ai esercitano ai primi rudimenti del salto e di palestra di roccia. Il filmato si chiude con considerazioni sulla riproduzione e sulla durata della vita, nonché sulla conservazione della specie, la cui sopravvivenza è oggi più che mai legata alla protezione da parte dell’uomo.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.