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Wilhelm Schmid, artista che visse a Brè sopra Lugano

2021
Olmo Cerri
Divisione Cultura Citta di Lugano

Quando Wilhelm Schmid morì il 1° dicembre 1971, sua moglie ricevette lettere di condoglianze da tutta la Svizzera, dal direttore dei musei di Berlino, dal governo argoviese, e nei giornali svizzeri apparvero ampi necrologi. Il tono: un grande pittore, un artista importante è morto – uno che aveva anche scatenato controversie. E oggi? Chi conosce ancora Wilhelm Schmid? Quando il Kunstmuseum di Olten organizzò una retrospettiva nel 2007, fu accolta positivamente, ma non riportò l’artista alla ribalta.

Rivoluzione!

Nel 1918 la rivoluzione di novembre scosse anche Berlino. Il 9 novembre fu proclamata la Repubblica e l’imperatore Guglielmo II abdicò. Anche nell’arte il grido era «Rivoluzione!». Il 3 dicembre 1918, decine di artisti fondarono la «Novembergruppe», con l’obiettivo di «combattere arretratezza e reazione con tutte le forze a nostra disposizione». Era un intento sia politico che estetico. Furono chiamati a partecipare «tutti gli artisti cubisti, futuristi ed espressionisti che si sentivano responsabili». Tra le voci principali alla fondazione c’era il 26enne svizzero Wilhelm Schmid.

In realtà sorprende, considerando la sua biografia. Cresciuto come "Verdingbub" (bambino affidato), Schmid visse con uno zio viticoltore a Remigen, nel canton Argovia, lavorò come bracciante e frequentò solo parzialmente la scuola elementare a Basilea. Immagini di calendari e piastrelle romane lo ispirarono a dipingere. Dopo un apprendistato come disegnatore edile a Brugg, a 18 anni si mise in proprio e nel 1912 si trasferì a Berlino, lavorando come architetto e sposando la figlia dei suoi principali (e ricchi) committenti, la cantante Maria Metz. Come artista era autodidatta: viaggiò a Parigi, riuscì a esporre a Berlino e Monaco e divenne parte dell’avanguardia rivoluzionaria.

Quello che gli artisti della Novembergruppe esposero annualmente alla «Große Berliner Kunstausstellung» doveva sembrare inquietante e inaudito. Nel 1920, Schmid ottenne la Ehrensaal (sala d’onore); il suo nudo giallo brillante «La Luna» attirò l’attenzione ed era, come scrisse un critico, «un colpo audace».

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La Luna 1920

«Senza dubbio la Novembergruppe contiene ciò che è nuovo e legato al tempo, vale a dire l’espressione spesso errante della confusione e della disperazione. Tra i talenti, spicca lo svizzero Wilhelm Schmid, un talento imperativo.» (NZZ, 25 maggio 1920)

L’anno successivo, tre donne rappresentate in «Fuoco», spinte da un violinista sullo sfondo, fecero scalpore.

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Fuoco 1921

Nudi, pieni, simili più a manichini che a corpi femminili reali, rappresentavano la fusione di tutti gli stili moderni. Realismo magico, espressionismo e precursore della Nuova Oggettività sono le etichette attribuite a Schmid.

Ritiro e lotta

Tuttavia, i tempi nella Repubblica di Weimar cambiarono: i nazionalsocialisti bollavano opere come «Fuoco» come «arte degenerata» e il pittore come «bolscevico culturale». Lui e la moglie ebrea Maria lasciarono Potsdam quasi in fuga nel 1936, trovando sul Monte Brè, in Ticino, un luogo tranquillo dove vivere. Oggi la loro casa è un piccolo museo dedicato a Wilhelm Schmid.

Quadri murali e nature morte di sobria bellezza garantirono il loro sostentamento. Nei quadri scenici, Schmid sostituì i motivi febbrilmente urbani con soggetti contadini. Tuttavia, con il suo stile, tanto freddo quanto espressivo, non si adattava al gusto prevalente in Svizzera, anche se la sua «Dorfmetzgete» è oggi esposta al Kunsthaus di Argovia come esempio dello stile campagnolo tradizionale.

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Dorfmetzgete

Nel 1946 inviò la sua rappresentazione di un banchetto contadino al Salon National di Ginevra, ma il consigliere federale Philipp Etter lo fece rimuovere: il titolo («Heliand») e il motivo dell’Ultima Cena, combinati con i robusti mangiatori di salsicce e bevitori di vino, avrebbero potuto urtare i sentimenti religiosi.

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Heliand. Il grande dipinto originale a olio che Schmid aveva creato nel 1946 è proprietà della Confederazione e fa parte della collezione d’arte federale.

Schmid continuò comunque a lavorare. Per il suo 70° compleanno, il Kunsthaus di Argovia gli dedicò una mostra, e il suo paese natale, Remigen, lo festeggiò con un grande ricevimento in onore del suo murale «Universum». Contattando il municipio di Remigen, inizialmente non si conoscevano né il nome né l’opera, ma poi hanno confermato: sì, il dipinto con i viticoltori, la Torre Eiffel e il sole è ancora appeso nella scuola. Un po’ appartato, ma c’è.

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Universum

Immagini tratte dal video di Olmo Cerri

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Un giovane Wilhelm Schmid

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Wilhelm Schmid nella sua casa a Brè

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Mostra di quadri di grandi dimensioni

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Wilhelm Schmid nella sua casa a Brè

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Musicisti. Opera di Wilhelm Schmid

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Autoritratto di Wilhelm Schmid

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Giocatori di bigliardo. 1929-1930

Vedi il piegevole della mostra Museo W. Schmid pubblicato dalla città di Lugano nel 2017 cliccando qua.

Video

A cura di: Olmo Cerri e Luigi Di Corato

Regia: Olmo Cerri

Camera: Giacomo Jaeggli

Drone: Dino Martignoni

Voce: Andrea Fazioli

Realizzazione: Associazione REC (rec.swiss)

© 2021 – Divisione Cultura Citta di Lugano

La trasmissione LASER della RSI ha dedicato a Wilhelm Schmid nel 2019 una trasmissione a cura di Raffaella Barazzoni dal titolo Wilhelm Schmid, l’artista di Brè.

Ascolta la trasmissione cliccando qua.

Casa in via degli Orti a Viganello. Una delle opere architettoniche di Wilhelm Schmid.

Visita il contributo del Museo della Memoria ATTE “Più unica che rara in via degli Orti a Viganello” cliccando qua.

Vai al dossier FILMATI - Museo della Memoria cliccando qua.

Archivio Museo della Memoria: MDM0952

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25 novembre 2024
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