La «Barca» di Comologno
La «Barca» di Comologno
Nel 1989, nelle pagine del bollettino per i membri della Società di Storia dell’Arte in Svizzera [40/1989 3 pp. 277-282], Bixio Candolfi pubblicò un articolo intitolato: «Mecenatismo a Comologno». L’articolo, dedicato all’impegno collettivo e privato per conservare il patrimonio artistico della valle, contiene un ampio paragrafo dedicato al palazzo della Barca e alle figure di Wladimir Rosenbaum e della moglie Aline Valangin.
«Del palazzo della Barca ricorderemo brevemente che, grazie alla generosità di Wladimir Rosenbaum e della moglie Aline Valangin, che ne divennero proprietari negli anni ‘30, potè ospitare illustri rifugiati politici e uomini di cultura perseguitati dal nazifascismo, come Ignazio Silone [che ne ringraziò la signora Aline con una «leggenda» sulla Genesi, in francese), Ernesto Rossi, Ernesto Buonaiuti, Ernesto Toller, Jean Pierre Samson, Tucholsky e altri. In seguito, rimasta la casa alla moglie, che sarebbe poi diventata, in seconde nozze, la compagna del compositore Wladimir Vogel, del cui soggiorno e lavoro a Comologno hanno recentemente parlato diffusamente giornali e televisione, vi passarono alcuni dei più illustri musicisti svizzeri e stranieri. Punto di congiunzione, o di transizione, fra i due periodi in cui la casa fu centro importante di cultura, fu probabilmente il soggiorno a Comologno, all’inizio del 1935, di Elias Canetti, salito lassù col proposito di scrivere un libretto per un’opera che Wladimir Vogel avrebbe dovuto comporre. Ce ne dà notizia lo scrittore in «Das Augenspiel, Lebensgeschichte 1931-1937» con fine «humor» («l’anno 1935 cominciò per me fra ghiaccio e granito. A Comologno, lassù nella meravigliosa cornice della Val Onsernone coperta di ghiaccio, feci per alcune settimane il tentativo di collaborare con Wladimir Vogel a una nuova opera lirica...») cosi come di un susseguente incontro nel salotto zurighese dei Rosenbaum, nella Stadelhoferstrasse, presente anche James Joyce.»
Per il programma radiofonico «Altre cronache», il primo settembre 1991 Bruno Guerra intervistò Bixio Candolfi sui suoi ricordi a proposito della «Barca» e di chi vi conobbe.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.