I Sacri Monti: il Sacro Monte di Oropa
I Sacri Monti: il Sacro Monte di Oropa
Sette in Piemonte, due in Lombardia e due in Ticino, i Sacri Monti sono complessi architettonici edificati sulla sommità di un colle e articolati in una serie di cappelle al cui interno sono rappresentate, con pitture e sculture, la storia di Cristo, la vita di Maria o dei Santi, o i misteri del Rosario. Le scene, opera di famosi artisti attivi fra il XV e il XIX secolo, sono popolate da statue grandi come persone vere, con gesti, fisionomie ed espressioni di grande realismo.
Durante la Controriforma, questo modello comunicativo divenne un efficace strumento per raccontare ai fedeli la storia sacra in modo coinvolgente ed evocativo, per canalizzare e disciplinare la devozione popolare, sotto il vigile controllo della Chiesa.
La loro storia ha inizio con la fondazione del Sacro Monte di Varallo, dove il frate francescano Bernardino Caimi, alla fine del Quattrocento, riprodusse alcuni luoghi della Terra Santa legati alla vita di Cristo. Contribuirono al successo del progetto artisti di primo piano nel panorama culturale piemontese e lombardo. Il Sacro Monte di Varallo divenne così rinomato, da ispirare una nuova generazione di santuari nelle Alpi occidentali.
Questo servizio di Graziano Terrani — andato in onda nel programma televisivo «Il Quotidiano» il 27 maggio 1999 — è dedicato Sacro Monte di Oropa, presso Biella, in Piemonte. L’origine del santuario si vuole legata, come per il santuario della Madonna di Crea, alla presenza di sant’Eusebio, evangelizzatore del Piemonte orientale e primo vescovo di Vercelli, che nella seconda metà del IV secolo collocò in una caverna, al riparo dalle incursioni ariane, una statua in legno della Madonna, scolpita da san Luca, che aveva portato con sé dalla Palestina. Questa statua, oggi denominata Madonna Nera, tuttora veneratissima, in realtà è opera raffinata di uno scultore valdostano del tardo Duecento.
Nel servizio sentiamo le voci di Osvaldo Baroni, abitante di Ponte Tresa; di Mario Coda, storico di Biella; di Mario Mascetti, storico di Olgiate Comasco; e di Franco Ravinale, sacerdote, rettore del Santuario
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.