«Presento il mio Ticino», di Giuseppe Zoppi
«Presento il mio Ticino», di Giuseppe Zoppi
Oltre che traduttore e critico letterario, Giuseppe Zoppi è stato fra i più noti scrittori ticinesi. Il suo tono quasi fiabesco, la descrizione idilliaca della sua terra – che fu forse solo l’espressione di una scrittura che non voleva essere forzatamente verista - gli è valsa la critica di uno stile eccessivamente estetizzante ed edulcorato. Dopo gli studi in collegio a Saint-Michel e all’Università di Friburgo, conclusi con una tesi sulla poesia di Francesco Chiesa, insegnò al ginnasio di Lugano (1919-24), alla scuola normale di Locarno (dal 1924) - di cui fu anche direttore - e al Politecnico di Zurigo. Fra le sue opere più famose Il libro dell’alpe (1922), raccolta di prose poetiche.
Questo documento audio, trasmesso nella cornice del programma «Radioscuola«, è stato realizzato da Giancarlo Zappa e Bixio Candolfi e trasmesso il 26 febbraio 1988. Esso presenta due brani tratti dal libro Presento il mio Ticino (Mondadori 1939) attraverso cui viene mostrato il nostro territorio così come lo scrittore l’ha conosciuto. Nel primo brano tema centrale è il pane: quello di segale, irrorato dal sudore della fatica, duro e secco, dell’estate trascorsa sull’alpe; ma anche quello bianco, che era invece legato ad un’antica consuetudine: compariva in abbondanza in ogni casa, come per miracolo, “quando la morte portava via qualcuno in paese”. I risparmi della famiglia del defunto erano tramutati in gerle di pane di frumento che due giovani, vestite di nero, distribuivano durante il funerale. Il paesaggio trascolora è invece la descrizione, puntuale e quasi impressionista, di un’escursione in Val di Prato.
- Testo a cura dell’Osservatorio culturale del Cantone Ticino
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.