La collezione Alfredo Notari a Bellinzona
La collezione Alfredo Notari a Bellinzona
Girato a Bellinzona, questo servizio andò in onda nel «Telegiornale» il 21 novembre 1958. Ne è oggetto la mostra etnografica allestita dall’ingegner Alfredo Nodari e dedicata all’arte africana.
Oggi la «Collezione Nodari» è, in prestito, al Museo delle Culture di Lugano, che la presenta con questa introduzione:
A seguito d’un accordo raggiunto nel 2006 con la Repubblica del Canton Ticino, proprietario dei materiali, il Museo delle Culture, conserva in prestito a tempo indeterminato, l’intera Collezione di opere e il Fondo documentario raccolto dall’ingegner Alfredo Nodari e dalla figlia Emma.
La collezione Nodari è il risultato di una ricerca e di un’attività di raccolta che affonda le sue radici nei primi anni ‘50 del ventesimo secolo. Il primo nucleo della Collezione è formato, infatti, dalle opere raccolte da Alfredo Nodari e da sua figlia Emma durante quell’“Expedition Suisse en Afrique” che nel 1953-54 li portò dall’Europa fin nel cuore del Congo e che è stata meticolosamente descritta da Emma Nodari nel suo libro Sotto il Cielo dell’Africa. 25.000 km in automobile. Già tale gruppo di opere si caratterizza per una marcata eterogeneità. Si tratta, infatti, di circa 290 opere che provengono principalmente dalle regioni settentrionali dell’odierna Repubblica Democratia del Congo. Le etnie maggiormente rappresentate sono quelle dei Nande della regione del Kivu, dei Kuba del Kasai, dei Mangbetu del Congo nord-orientale e dei Mbuti della foresta dell’Epuru-Ituri.
Da quel primo viaggio ve ne furono molti altri, fino agli anni ‘70 arricchendo notevolmente la Collezione che a oggi si compone di oltre 600 opere d’arte e oggetti di cultura materiale, di due grandi imbarcazioni fluviali, di circa 6.000 fotografie, di 71 filmati documentari e di oltre 60 ore di registrazioni sonore su cassetta o su nastro.
Uno studio accurato della Collezione Nodari, condotto dai ricercatori del Museo, si è concretizzato nella pubblicazione del catalogo “La Collezione Nodari. Catalogo delle opere”.
Negli anni Sessanta e Settanta, la televisione svizzera aveva un’unica redazione per la produzione del «Telegiornale» (Tagesschau - Téléjournal - Telegiornale) ubicata a Zurigo. Solo a partire dal 1988 la RTSI cominciò a produrre la propria edizione del «Telegiornale» a Comano.
I servizi del «Telegiornale» degli anni Sessanta dedicati alla Svizzera italiana conservati negli archivi della RSI provengono dagli archivi della SRF (Schweizer Radio und Fernsehen), allora DRS. Lo stato delle piste audio varia molto: a volte si sente solo la musica, altre volte si sentono i suoni d’ambiente, talvolta la voce degli intervistati. Ci sono casi in cui il servizio è stato conservato in lingua tedesca, altre volte in lingua italiana. Questo eterogeneo stato delle piste audio non impedisce di usare questi documenti per avere un accesso diretto agli eventi del tempo.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.