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La lenta conquista del suffragio femminile (1892-1969)

15 ottobre 1969
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Le donne svizzere ottennero il diritto di voto e d'eleggibilità sul piano federale soltanto nel 1971, ma soltanto una ventina d'anni dopo l'uguaglianza politica tra i due sessi s'impose integralmente anche a livello cantonale e comunale. Discriminando a lungo le donne sul piano politico, la Svizzera costituì dopo la seconda guerra mondiale un caso quasi unico tra i paesi occidentali.

Le principali ragioni di questo ritardo sono indubbiamente da ricercarsi nel sistema politico elvetico: il federalismo e la democrazia diretta hanno richiesto per l'introduzione del diritto di voto e d'eleggibilità delle donne il consenso maggioritario degli uomini aventi il diritto di voto a livello federale, cantonale e comunale.

Le associazioni femminili si sono battute sin dall'inizio del Novecento per l'uguaglianza politica tra i due sessi, ma nelle numerose votazioni cantonali tenutesi dal 1919 e nella prima consultazione federale nel 1959, il suffragio femminile fu sempre respinto a larga maggioranza. Le donne dovettero accontentarsi di concessioni parziali in ambito parrocchiale, patriziale o scolastico. Dal 1959 l'uguaglianza politica tra i due sessi comincia ad affermarsi in alcuni Cantoni e il movimento si accelera dopo l'introduzione del suffragio femminile sul piano federale il 7 febbraio 1971.

In Ticino, dove le donne capofamiglia avevano ottenuto nel 1919 per decisione del Gran Consiglio il diritto di voto nei patriziati, il suffragio femminile fu introdotto nel 1969; nei Grigioni il diritto di voto e d'eleggibilità in ambito cantonale e di circolo fu approvato nel 1972, mentre nel 1983 una votazione popolare decretò l'obbligo per tutti i Comuni di concedere i diritti politici alle donne.

Indicizzazione delle sequenze:

0-1'21'' Una discriminazione contraria ai diritti dell'uomo

Le donne che votano sono ancora una rarità in Svizzera: il problema del suffragio femminile si è imposto all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale solo verso la fine della seconda guerra mondiale. Negli anni sessanta, il problema del suffragio femminile ha creato per la Svizzera un certo disagio, poiché a causa della discriminazione della donna in ambito politico, la Confederazione non può sottoscrivere la Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

1'22''-2'38'' Le donne svizzere marciano su Berna

Indignati per la proposta del Consiglio federale di ratificare con riserva la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, i movimenti femminili manifestano a Berna il 1° marzo 1969. Con una risoluzione chiedono che sia introdotto il diritto di voto e d'eleggibilità per le donne, affinché la Svizzera possa mettersi in sintonia con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

2'38''-5'20 Storia e geografia del suffragio femminile nel mondo

Si può affermare che la lotta per il suffragio femminile inizi nel 1776 con la dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti: il problema si pose innanzi tutto nei paesi nei quali si sono imposti gli ideali di libertà, giustizia ed eguaglianza.

Dopo la seconda guerra mondiale, l'esempio si estese a tutto il mondo: nel 1969 soltanto pochi Stati non riconoscono il diritto di voto alla donna, e in Europa soltanto la Svizzera e il Liechtenstein.

La situazione all'interno della Svizzera si è modificata dopo la decisione negativa del popolo del 1° febbraio 1959. Alcuni Cantoni hanno accordato alla donna i diritti politici, come Vaud, Neuchâtel, Ginevra e Basilea Città; altri hanno riconosciuto parzialmente il suffragio femminile o si apprestano a legiferare in materia.

5'21''-7'53'' Le resistenze contro suffragio femminile

Intervista al giornalista Flavio Zanetti sui motivi addotti per spiegare o giustificare il ritardo della Svizzera nel concedere i diritti politici alle donne.

7'54''-11'10'' Il peso della tradizione

Intervista (in francese) con il prof. Roger Girod, direttore del centro di sociologia dell'Università di Ginevra, che propone un'analisi sociologica della questione. In primo luogo, nella tradizione svizzera l'idea dei diritti politici è strettamente legata a quella della difesa militare: il cittadino è anche soldato; inoltre i pregiudizi, come quello sull'inferiorità della donna, sono più tenaci tra le masse popolari.

Il peso della tradizione si ripercuote sulle donne stesse, che tendono a disinteressarsi della politica, per la mancanza di contatti con gli ambienti politicizzati e che detengono responsabilità pubbliche.

11'11''-16'27'' Il suffragio femminile in Ticino

In Ticino i primi accenni al riconoscimento dei diritti politici per le donne risalgono alla Costituente del 1892. Nelle tre consultazioni popolari svoltesi rispettivamente nel 1946, 1959 e 1966, il numero di votanti e di comuni favorevoli al suffragio femminile sono aumentati costantemente, come mostrano alcune cartine.

16'28''-19'16 L'apporto delle nuove generazioni

Per le nuove generazioni, l''inserimento della donna nelle attività professionali più disparate, anche in quelle ritenute a lungo tipicamente maschili, rende agevole e logico il riconoscimento dei diritti politici alle donne. Nei posti di lavoro, sui banchi di scuola e nel tempo libero, i giovani d'ambo i sessi attuano una comunanza di vita, di problematiche e d'interessi.

19'17''-21'37'' Civiltà moderna e suffragio femminile

Il prof. Girod spiega quali sono i fattori dell'evoluzione sociale moderna che spingono ineluttabilmente verso l'estensione dei diritti politici alla donna. La civiltà moderna ha reso caduca l'organizzazione sociale tradizionale, fondata sulla famiglia patriarcale e sull'ineguaglianza dei ruoli tra uomini e donne. Anche l'esperienza dei Cantoni che dal 1959 hanno concesso i diritti politici alle donne, contribuirà a sconfiggere i pregiudizi misogini e le resistenze contro il suffragio femminile.

Questa puntata di "Prisma" curata da Silvano Toppi andò in onda il 15 ottobre 1969. Tra gli intervistati sono Flavio Zanetti e Roger Girod.

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3 febbraio 2017
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