I Sacri Monti: il Sacro Monte Addolorato
I Sacri Monti: il Sacro Monte Addolorato
Andato in onda nel programma televisivo «Il Quotidiano» il 22 novembre 1999, questo servizio di Graziano Terrani — è dedicato al Sacro Monte di Brissago, a Cadogno, ed è inserito in una serie che documenta i Sacri Monti del Piemonte, della Lombardia e del Ticino.
Il Sacro Monte di Brissago, chiamato anche Sacro Monte dell’Addolorata o Sacro Monte Addolorato, è un complesso di origine settecentesca sorto alle spalle del borgo di Brissago. Il primo edificio ad essere costruito fu la chiesa dedicata alla Madonna Addolorata, realizzata nel 1709 dal capomastro Girolamo Tirinanzi di Cadogno su un alto sperone in mezzo alla valle, all’epoca chiamato Monte Capriccio. La struttura venne ampliata qualche decennio più tardi grazie al mercante brissaghese Francesco Antonio Branca, detto “Il Moscovita” per i suoi commerci in terra russa che lo avevano arricchito. Tra il 1767 e il 1773 la chiesa venne così allargata con due nuove campate, la sagrestia, l’abitazione del rettore e l’ospizio per i pellegrini.
L’interno del santuario è riccamente decorato in stile barocco e conserva la tomba del benefattore Branca, che fece costruire anche la strada d’accesso alla chiesa e le altre strutture del Sacro Monte. Furono così erette la cappella d’ingresso al percorso, la via crucis e le due cappelle dei Giudei e del Calvario. Dal 1975 al 2000, il complesso è stato oggetto di restauri coordinati dall’architetto Luigi Snozzi.
I Sacri Monti — sette in Piemonte, due in Lombardia e due in Ticino — sono complessi architettonici di grande pregio edificati sulla sommità di un colle e articolati in una serie di cappelle al cui interno sono rappresentate, con pitture e sculture, la storia di Cristo, la vita di Maria o dei Santi, o i misteri del Rosario. Le scene, opera di famosi artisti attivi fra il XV e il XIX secolo, sono popolate da statue grandi come persone vere, con gesti, fisionomie ed espressioni di grande realismo.
Durante la Controriforma, questo modello comunicativo divenne un efficace strumento per raccontare ai fedeli la storia sacra in modo coinvolgente ed evocativo, per canalizzare e disciplinare la devozione popolare, sotto il vigile controllo della Chiesa.
La loro storia ha inizio con la fondazione del Sacro Monte di Varallo, dove il frate francescano Bernardino Caimi, alla fine del Quattrocento, riprodusse alcuni luoghi della Terra Santa legati alla vita di Cristo. Contribuirono al successo del progetto artisti di primo piano nel panorama culturale piemontese e lombardo. Il Sacro Monte di Varallo divenne così rinomato, da ispirare una nuova generazione di santuari nelle Alpi occidentali.
Nel servizio sentiamo le voci di Giuliano Mazzi, architetto; e di Giuseppe Pasotti (frate Roberto).
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.