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Sciopero degli spedizionieri di Chiasso

Sciopero degli spedizionieri di Chiasso

1936
Cesare Lucini
Fondazione Pellegrini Canevascini

Titolo: Veduta di un gruppo di donne che cammina tenendosi a braccetto

Autore: Foto Lucini

Data: 1936

Luogo: Chiasso

Dimensioni (cm): 8,5 x 13,5

Fondo di provenienza: Fondo Francesco Borella

Segnatura: 03732

Riproduzione: Vietata, salvo autorizzazione della FPC

Lo sciopero degli spedizionieri di Chiasso fu breve; durò soltanto un fine-settimana: proclamato la sera di venerdì 27 giugno 1936 divenne effettivo il mattino successivo; trovato un accordo con la controparte la domenica sera a tarda notte, il lavoro riprese il mattino presto di lunedì 29 giugno. Esso tuttavia suscitò una grossa impressione per diversi motivi: la compattezza dei circa 500 scioperanti, la presenza in piazza, la partecipazione di associazioni di impiegati, il coinvolgimento di molte donne.

Non era la prima volta che scoppiava un'agitazione nel settore terziario ticinese (pochi giorni prima avevano sospeso il lavoro gli impiegati del comune di Lugano), però mai si era mossa una categoria d'importanza decisiva per l'economia di una regione come quella della cittadina di Chiasso, importante stazione ferroviaria internazionale al confine italo-svizzero.

L'agitazione era sorta poiché in seguito alla diminuzione dei traffici al confine - dovuta alle sanzioni decretate dalla Società delle Nazioni contro l'Italia fascista per l'aggressione all'Etiopia - il padronato aveva ridotto i salari e aumentato le ore lavorative. Per contrastare questa forma di dumping salariale, gli scioperanti e i loro rappresentanti sindacali, con la mediazione del governo ticinese, ottennero la firma del primo contratto collettivo di lavoro nel settore delle spedizioni.

La foto ritrae gli scioperanti - in prima fila un gruppo di impiegate - all'uscita da una delle numerose riunioni negoziali tenutesi per costringere il padronato a sottoscrivere al principio del contratto collettivo. La foto dà un'immagine per certi versi insolita di uno sciopero: non operai di fabbrica, bensì impiegate e «colletti bianchi»; preludio alla terziarizzazione dell'economia del Ticino, che si affermerà prepotentemente nella seconda metà del XX secolo.

Oltre a questa fotografia, qui potete trovare altre 35 fotografie relative allo sciopero degli spedizionieri di Chiasso.

I seguenti fondi contengono documenti legati a temi relativi a questa fotografia:

  • Fondo Francesco Borella (1882-1963, 21,1 m/l, depositato in ASTi). Archivio suddiviso in tre parti: 1) una prima sezione di minore consistenza in cui si trovano i documenti personali; 2) documenti che testimoniano dell'azione politica di Borella; 3) documenti relativi all'attività professionale di Borella. L'archivio Borella contiene pure una ricca serie di dossier che testimoniano delle attività di numerose aziende in particolare del Mendrisiotto, fra cui si distinguono le diverse ditte di spedizione, presenti in concentrazioni decisamente elevate nel distretto meridionale, e in particolare a Chiasso, tanto da caratterizzarne fortemente l'economia.
  • Fondo Federazione del Commercio, Trasporti e Alimentazione (FCTA, 1960-2002). La FPC gestisce questo importante fondo che contiene la documentazione sul sindacato nazionale e sul segretariato regionale.
  • Fondo Enrico Luisoni (1938-2003, 0,1 m/l, depositato in ASTi). Contiene sia documenti personali, sia documenti legati all'attività politica e sindacale di Enrico Luisoni. Una gran parte dei documenti riguarda la vita della sezione socialista di Stabio (1945-2000), ma il fondo contiene anche documenti della Federazione del Commercio, Trasporti e Alimentazione (FCTA) e i contratti collettivi di lavoro degli spedizionieri dal 1938.

La Fondazione Pellegrini Canevascini gestisce e conserva un centinaio di fondi archivistici, che contengono documenti cartacei, migliaia di fotografie, registrazioni sonore e documenti audiovisivi.

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16 marzo 2018
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