Incontro con Ketty Fusco
Incontro con Ketty Fusco
A cura di Matteo Bellinelli
Ketty Fusco passa la sua infanzia a Napoli, città di origine del Padre e di adozione della madre. A soli 5 anni si trasferisce a Lugano dove si diploma in lingue e comincia a recitare. Frequenta ottimi maestri e registi, tra i quali si annoverano: Guido Calgari, Renato Regli e Romano Calò. Una donna di spettacolo a tutto tondo che ha calcato platee di molti teatri, ma anche regista e produttrice per le trasmissioni televisive e radiofoniche: la sua presenza alla RTSI come responsabile del settore "radiodrammi e sceneggiati" è stata fondamentale. Spesso gioca ruoli importanti nella comunità teatrale ticinese: negli anni '90 dopo lo scioglimento del "Teatro la maschera" fonda "LuganoTeatro" e presiede l'Associazione scrittori della Svizzera italiana. Ma Ketty Fusco si è anche distinta grazie ai suoi romanzi e alle raccolte di poesie.
Una vita dedicata alla cultura e alla ricerca della propria essenza.
L'intervista a Ketty Fusco (Napoli, 1926 - Luganoc, 2021) , andata in onda il 17 dicembre 2014, è suddivisa in una serie di capitoli cronologici e tematici:
- Le radici
- Il primo ricordo
- La famiglia
- La resistenza al fascismo
- Un brutto risveglio
- L'infanzia a Lugano
- Il fascismo a Lugano
- I ricordi della guerra
- La madre, Margherita
- Il dopoguerra a Lugano
- Il dopoguerra a Napoli
- L'incontro con il teatro
- Attori italiani e Radio Monte Ceneri
- Il narcisismo dell'attore
- Da Radio Monte Ceneri alla RSI
- L'esperienza alla TSI
- La scrittura
- Alcuni ticinesi da ricordare
- Pregi e difetti targati Helvetia
- Rimpianti?
- Il tempo che passa.
Alberto Canetta e Ketty Fusco in: «Amedeo o come sbarazzarsene»
TSI, giovedì 4 dicembre 1969, 21.40

Per una storia collettiva della Svizzera italiana
Ketty, donna straordinaria, di immensa dolcezza, attrice, moglie, mamma esemplare.
Donna molto interessante. Era stata la prima responsabile dei programmi televisivi per i bambini dell'allora TSI e aveva presentato la prima trasmissione per i piccoli prodotta nel 1962/63 (non so il titolo). Insieme a lei c'era un pupazzo che rappresentava uno scimmiotto chiamato Bongo, al quale, oltre ad animarlo, dava la voce l'allora attore della Compagnia di Prosa di Radio Monteceneri, Fausto Sassi. Bongo era stato costruito dallo scultore Manfredo Patocchi e il suo animatore mi raccontava che pesava così tanto che per sostenerlo ci volle un filo di nylon fissato alla sua testa e appeso al bordo del boccascena. Personalmente la ricordo con piacere come mia insegnante di dizione.