Alberto Canetta e Ketty Fusco in: «Amedeo o come sbarazzarsene»
Alberto Canetta e Ketty Fusco in: «Amedeo o come sbarazzarsene»
Nel numero 48 del settimanale «Radiotivù», in edicola per la settimana dal 30 novembre al 6 dicembre 1969, a pagina 9 veniva presentata la commedia in tre atti di Eugène Ionesco intitolata «Amedeo (o come sbarazzarsene)», che la TSI avrebbe mandato in onda giovedì 4 dicembre alle 21:40. Il testo era firmato con le iniziali C.C., verosimilmente le iniziali di Carlo Castelli, l’autore della regia teatrale dell’opera, rappresentata al Teatro Apollo, prima di andare in onda alla TSI con la regia televisiva di Vittorio Barino.
Vediamo prima di tutto cosa disse al microfono un critico agguerrito, Giuseppe Biscossa, dello spettacolo teatrale, sulle scene all’Apollo il 24 settembre 1969: «Si tratta d’un avvenimento importante anzitutto in sé: il lavoro del commediografo francese presenta, infatti, difficoltà di regia e d’interpretazione fuori del comune. Averne affrontato la messa in scena è stato un atto di coraggio; averla condotta in porto tanto bene, ha rappresentato un’impresa teatrale anch’essa fuori del comune.»
E sul lavoro: «Il copione di Jonesco è gravido di simbolismo: e se dobbiamo essere sinceri fino in fondo di simbolismo né risolto, né risolvibile in modo sicuro; cifra allo stato di punto interrogativo. «Due coniugi, lui commediografo fallito, lei telefonista per mantenerlo, vivono con in casa in una stanza vicina a quella in cui passano le loro tristi giornate, quasi assediati il cadavere di qualcuno che sembra sia stato ucciso dall’uomo quindici anni prima, verso i suoi trent’anni di età. Maddalena , la moglie, prega Amedeo, lo scrittore teatrale dall’ispirazione inaridita, di sbarazzare la casa da quella salma: essa, infatti, cresce di giorno in giorno, di ora in ora, in progressione geometrica, invade lo squallido soggiorno, e già s’avvicina alla porta nella parete opposta a quella che ha sfondato con i piedi enormi, quando la sua crescita è traboccata dalla stanza migliore del misero appartamento dove Amedeo e Maddalena la tenevano nascosta.
«Per pigrizia, per stanchezza o per affetto, l’uomo è restio a disfarsi di quel cadavere. La moglie, invece, determinatissima a Compiere l’opera, chiede il suo aiuto per condurla a termine. «V’è un intermezzo in cui i due coniugi si vedono di fronte i loro "alter ego " giovanili: tutt’ottimismo lirico, quello di Amedeo: tutto cupo pessimismo, negazione alla fine vittoriosa, quello di Maddalena. «Poi, il cadavere di un essere umano ormai vecchio è dal commediografo mancato fatto scendere dalla finestra sulla sottostante piazzetta parigina, per essere buttato nella Senna. Ma eccolo involarsi in cielo, fra le solite chiacchiere quotidiane della gente, e trascinare con sé Amedeo.
«Troppo breve, il tempo a nostra disposizione, per impostare una discussione sui possibili significati della trama e del suo protagonista, il cadavere in crescita. Ci atterremo a quello che in lui ha visto il regista Carlo Castelli: il passato dei due coniugi, da essi ucciso con l’atto stesso di viverlo. «Quest’interpretazione ha improntato tutta l’azione dei vivi attorno a lui, facendola carica d’una tremenda tristezza esistenzialista. Una tale unità d’atmosfera sentimentale è stata il primo, capitale, dato positivo della recita.
«Che ha avuto nell’interpretazione di Ketty Fusco il suo fulcro: umana aldilà del paradosso della situazione, dell’assurdità dell’azione. Alberto Canetta, nella parte di Amedeo è stato stanco di tutta la stanchezza d’una vita d’uomo. Una coppia di condannati difficile da dimenticare!
«Mariangela Welti ed Enrico Bertorelli hanno fatto irruzione in quella vita sempre più coperta di funghi, nella parte della Maddalena Il e dell’Amedeo Il, con il vigore giovanile dei "no" e dei "si" senza remissione».
Dopo le parole di Giuseppe Biscossa aggiungeremo che la televisione della Svizzera Italiana ha intuito quanto le parole (diciamo «la parola») del grande commediografo francese avrebbe potuto «essere importante, decisiva anche per il mezzo televisivo, sia pure sfrondata da quegli obblighi che la scena impone. E chiede al telespettatore, la sera del 4 dicembre, la sua opinione in proposito. Noi osiamo aggiungere che per risolvere i punti interrogativi, le domande, che un tale formidabile dramma si porta con sé come messaggio, basta interrogare attentamente, ognuno di noi, la propria voce interiore. Quante battute, quante situazioni della vita, abbiamo affrontato, essendo press’a poco Amedeo, press’a poco Maddalena?
C.C.
Questo documento riproduce integralmente la copia di emissione presentata nell’ampia citazione soprastante.
Gli interpreti e i personaggi in ordine di apparizione:
Alberto Canetta: Amedeo
Ketty Fusco: Maddalena
Guida Zenari: postino e soldato americano
Enrico Bertorelli: Amedeo secondo
Mariangela Welti: Maddalena seconda
Alfonso Cassoli: proprietario del bar
Flavia Soleri: Mado
Luigi Faloppa: uomo alla finestra
Anna Turco: donna alla finestra
Vittorio Quadrelli: primo agente
Cesare Ferrario: secondo agente
La regia teatrale è di Carlo Castelli; la regia televisiva di Vittorio Barino.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.