La splüia
La splüia
Splüi, ripari naturali. Caratteristiche costruzioni sotto roccia usate come rifugi naturali spesso situate sotto grandi macigni di granito e sistemati dall’uomo, in funzione dei propri bisogni, con interventi di chiusura con opere murarie in pietra, creando così spazi chiusi e realizzando aperture talvolta con l’aggiunta di porte in legno. La maggior parte degli splüi si trova ai piedi delle frane, dove si depositano i blocchi e i macigni più grossi. Avevano diverse funzioni durante il periodo estivo fino alla prima neve: alloggio per gli alpigiani, produzione di formaggio, stalle per proteggere capre e pecore dai predatori (lupi e orsi), e sono state utilizzate fino agli anni cinquanta del Novecento.
Werner Kropik, l’autore di questo documento, accompagna gli interessati alla loro “scoperta”, in Val Bavona, con preziose testimonianze di alcuni abitanti del luogo che raccontano della vita dei loro tempi e delle grandi fatiche di donne e di uomini della regione. Uno degli esempi più significativi è la “splüia bèla” in Val Calnègia dove, Arnoldo Dadò, contadino e artigiano, e la moglie passavano l’estate con le loro capre. Non manca uno sguardo sull’alpe Ganascia dove si trovano una quindicina di queste costruzioni sotto roccia e ad alcune cascine costruite con le stesse funzioni quando non c’erano macigni adatti per installare una spüia. In quelle zone di alta montagna era praticamente tutto un mondo di sasso.
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