Lo zio Rino Scopazzini, 90enne
Lo zio Rino Scopazzini, 90enne
2° premio al concorso ATTE-MUSEO DELLA MEMORIA/VIDEO AUTORI TICINO 2021.
Il simpatico personaggio ricorda un mucchio di begli aneddoti sulla vita nel primo dopoguerra, coinvolgendo e spesso divertendo lo spettatore. Sono antiche storie e ricordi di Brè che Rino Scopazzini (1928-2023), racconta al nipote Mauro Zanchi.
Cestaio per hobby, inizia dallo scheletro, “Scudas”, definizione dialettale delle strisce ottenute dal ramo di nocciolo, che servono a intrecciare le ceste. Mentre lavora racconta come suo padre muratore, durante la stagione fredda, le produceva per necessità come tutti lì in paese. Con gli altri uomini andava anche nei boschi del Patriziato a fare legna. Ognuno ne riceveva circa 30 quintali all’anno, pagava 2 franchi al quintale al Patriziato e poi la vendeva per guadagnare qualcosa anche in inverno. Quando in primavera il padre andava nella Svizzera interna per sei mesi a lavorare come muratore, la mamma manteneva i tre figli con i raccolti della campagna, soprattutto patate e carote, e si occupava della mucca e del maiale. A questo proposito mostra una carota doppia, viola, che veniva dalla Francia e nel dialetto di Brè è chiamata “gnìff”; il signor Rino le coltiva tutt’oggi, utilizzando le sementi che ottiene personalmente ogni anno come faceva suo padre.
Il mestiere di carrozziere l’ha imparato facendo un apprendistato a Lugano nella carrozzeria Regazzoni e ogni mattina per ben sette anni partiva a piedi da casa alle 6.30 e alle 7.15 timbrava la cartella di inizio lavoro.
A quei tempi nel paesino di Brè c’erano una quarantina di mucche e, dopo la mungitura, il latte rimanente dal fabbisogno degli abitanti, veniva portato e venduto ad Aldesago al “lattaio più bello del mondo”… così, pare, lo fosse. Questo incarico era affidato ai ragazzini che poi risalivano in paese per andare a scuola.
Già dal 1600 si sa che la famiglia Scopazzini era a Brè e al tempo del nonno del signor Rino stava per estinguersi: nascevano solo femmine, fino a quando il nonno fece un voto a Sant’Antonio per poter avere il tanto desiderato maschietto che non tardò ad arrivare. Per ringraziamento, sulla strada, si può ancora vedere la cappelletta votiva che ha costruito con la statua di St.Antonio, tutt’ora proprietà della famiglia.
Lasciato il lavoro in carrozzeria si sposta a vivere a Paradiso poiché, guidando i pullman della Danzas, partiva la mattina alle 5.00. Dopo qualche anno cambia ancora posto di lavoro spostandosi alla Globus Viaggi dei fratelli Mantegazza, che gli permettono di lavorare nel garage per poter avere la domenica libera per giocare a bocce, la sua grande passione. E questo gli ha permesso anche di tornare a vivere a Brè.
Replica che gli anni precedenti era dovuto andare via per forza a causa delle ore lavorative, anche perché nel paese c’era una sola automobile e non poteva dare passaggi a tutti. In inverno la parte alta della strada gelava e il cantoniere spargeva della sabbia per non far scivolare le persone. Rino e altri compaesani la scopavano via per poter scendere con delle slitte prestate loro dal prete. Queste ultime venivano unite una all’altra e portavano fino a otto persone che lavoravano a Lugano.
Il nipote Mauro ricorda che il nonno era andato a lavorare in Africa, fatto che il signor Rino conferma, commentando che saliva sulle palme a raccogliere datteri. Lavorava per la ditta Borsari di Lugano, produttrice di botti in cemento per il vino e per questo era stato mandato a esercitare quel lavoro, prima in Inghilterra e poi in Africa. Veniva pagato in monete d’oro, Marenghi e mezzi Marenghi.
La chiacchierata torna ai cesti, alle gerle e ai rastrelli costruiti dal papà del signor Rino durante il periodo invernale quando tornava a casa. In paese questi utensili erano usati in parte dalle famiglie per i lavori e in parte venduti. Il nipote Mauro ricorda un furgone che veniva da Zurigo a comperarli per poi portarli nella Svizzera tedesca… Un piccolo guadagno in più per quelle famiglie povere.
L’intervista termina con una passeggiata in paese ricordando il luogo dove uno zio parcheggiava il carretto con il quale faceva dei trasporti, i contrabbandieri, detti anche spalloni, che nel 1944/45, dalla Svizzera portavano grandi quantità di sigarette in Italia e, dalla Val Cavargna, introducevano illegalmente il riso che veniva venduto a caro prezzo. I giovani di Brè li raggiungevano di notte sul monte Boglia per comprar loro del riso a 2 Franchi il chilo che poi rivendevano a Lugano a 5.
Non viene dimenticato che Rino Scopazzini è stato quattro o cinque volte campione ticinese di bocce e due volte campione svizzero.
La visita si conclude passando davanti alla casa paterna, alla casa dove è nato lo zio, alla fontana dove il pastore suonava un corno per avvisare che arrivava un centinaio di capre ad abbeverarsi, per poi accompagnarle al pascolo.
Riprese Tiziano Klein e Eddi Amelotti
Montaggio Eddi Amelotti
Intervista del 2018 montata nel 2021
GLI AUTORI
Eddi Amelotti è un appassionato di film dal 1960. Inizia lavorando con cineprese 8mm, passando poi al Superotto e in seguito seguendo i vari progressi della tecnica di videoripresa. È iscritto al VAL (Video Autori Lamone-Candempino) dal 2018.
Durante tre anni consecutivi tre suoi lavori vincono al “Festival ticinese del film non commerciale”: 2018, “Mastro Ghironda”, storia di un liutaio, documento che viene pure insignito della Swiss.movie-star e del diploma d’onore di Unica (Unione Internazionale del Cinema) a Blansko in Repubblica Ceca. 2019, “Il museo della Sindone” (Torino) e 2020 , “Zimbabwe Sensazioni dal Bush”, un’immersione nel mondo animale africano.
Tiziano Klein, video autore per passione, presiede sempre con entusiasmo e spirito di squadra il VAL (Video Autori Lamone-Cadempino), associazione da lui fondata nel 2013, che organizza serate con altri addetti ai lavori e promuove incontri con diversi appassionati con lo scopo di scambiarsi informazioni tecniche e consigli. Come video autore è sempre attivo e alla ricerca di soggetti regionali che approfondisce con grande spirito analitico. Ha partecipato a diversi concorsi a livello ticinese ed estero con apprezzabili successi quali: “Bavona” e “La festa dei pastori” per il Festival alpino organizzato da Arge Alp a Salisburgo e da Swiss.Movie, “La ciotola di legno”, per UNICA, Festival mondial des cinéastes non-professionnels a San Pietroburgo.
Il signor Rino da piccolo con la mamma e il papà
Brè, La cappelletta votiva dedicata a Sant’Antonio di proprietà della famiglia Scopazzini
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Archivio Museo della Memoria: MDM0593
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.