Orselina: il marchio della “Pro”
La Pro Orselina è una società non profit che opera a favore della popolazione e degli ospiti di Orselina organizzando annualmente una decina di manifestazioni di tipo culturale, di svago e intrattenimento. Tra queste vi sono delle preziose esposizioni fotografiche sulla realtà del comune, esposizioni, i cui contenuti interessano evidentemente il Museo della memoria della Svizzera italiana.
Annualmente, ad inizio stagione, la Pro Orselina organizza un’esposizione fotografica “open air” che si snoda lungo un itinerario virtuale che, partendo dalla stazione di arrivo della funicolare Locarno-Orselina, porta fino alla chiesa parrocchiale. I 14 pannelli fotografici sono corredati di didascalie e testi esplicativi. Tutti i testi esplicativi sono tradotti in tedesco e francese. Questa importante attività esiste da ben una quindicina di anni, cioè dal 2003.
Per gentile concessione del presidente, signor Marco Garbani, autore delle fotografie, e di Carlo Branca, che ha curato le didascalie, possiamo offrire al nostro pubblico una parte di queste belle immagini direttamente nel nostro sito, mentre tutte le altre si possono consultare nel sito della Pro Orselina.
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Archivio Museo della Memoria: MDM0389
Esposizione 2017
Angelo Monotti, di cavigliano, pioniere della fotografia nel Locarnese di fine ottocento, ha fissato il Sacro Monte con le sue 15 cappelle, il santuario con l’originaria lineare facciata e i portici: i primi d’ingresso alla chiesa e i secondi che offrono l’affascinante spettacolo sul Locarnese. Il campanile del Santuario richiama quello di Orselina e l’altro più lontano di Brione
La collina Locarnese, dopo la separazione travagliata da Muralto, ricca e alberghiera, è ancora verde. Racchiude il Santuario, isolato, lontano dal nucleo comunale, ancora raccolto attorno alla sua chiesa.
Era il 1951: l’ex albergo al Sasso e le poche case osservano l’inizio dei lavori della stazione della funivia. Alcuni locarnesi, con coraggio e iniziativa hanno impresso alla montagna sopra Locarno uno sviluppo turistico estivo e invernale fino allora impensabile diventando, almeno all’inizio, zona residenziale a 1340 m s.l.m. Attività edilizia anche nel vicino Ristorante della Funicolare e nella stazione omonima.
I ronchi che collegavano un tempo Muralto con Orselina diventano sempre più rari. In entrambi i comuni stanno crescendo gli alberghi che nasconodono le case tradizionali e le prime ville. Con il suo debarcadero Muralto attende i battelli e Orselina i pellegrini che salgono in processione al santuario. La montagna soprastante è brulla e rocciosa a causa degli incendi che la feriscono, quasi ogni anno.
Luigina Adamina (1878-1971) autoditatta, fu autrice di molte poesie su luoghi e tradizioni di Orselina. Soprannominata “luisina di Ghebi” perchè la sua famiglia possedeva stalle e prati nella zona dei Gabbi. Svolse per parecchi anni attività artigianali lavorando la paglia, intrecciando la raffa e costruendo borsette. A 82 anni scriveva ancora poesie in dialetto; molto nota quella sulla filovia, del 1952, (Da “Orselina, storia, natura e turismo”, Dalmazio Ambrosini 2001).
Imponente la quantità di materiale trasportato dal torrente Gutta su via Eco nel mese di settembre 1965 lungo la strada e gli orti devastati. L’entrata dell’autorimessa è stata liberata e la Volkswagen sul bordo della strada, attende pazientemente lo sgombero di materiale, mentre l’acqua del tottrente ha trovato un nuovo corso.
Nel 1926 in occasione della storica festa delle camelie (seguita dalla “Festa dei Fiori” diversi anni più tardi) la “Società Pro Orselina” aveva allestito il suo carro in onore del Patto di Locarno firmato un anno prima in via della Pace, poco lontano da Piazza Grande, dove si svolgeva il corteo fiorito.
Due immagini lungo via al Parco, poco lontano dal Municipio, con le scale di accesso alle abitazioni circondate dai pergolati sostenuti da robusti pali di castagno o da “scarase” (sostegni di gneiss piuttosto rari nella nostra regione. È la fine dell’inverno, con i tralci appena potati e legati usando i forse i rami dell’irsuto salice davanti alla casa. La fontana nella nicchia accanto alla strada, punto quotidiano d’incontro, è l’ambita dall’asfalto della strada.
È il 1935; su via al Parco, accanto alla clinica Kurhaus Victoria, il primitivo, modesto Albergo Stella. L’ultimo oggi esistente a Orselina a conduzione familiare, ingrandito e rinnovato. Una signora cammina sicuro al centro della strada; l’unica automobile sembra aspettare il suo paesaggio (le strisce pedonali sono ancora sconosciute).
La devozione verso le tradizioni liturgiche doveva essere molto tenace all’inizio degli anni cinquanta, a giudicare dalla numerosa partecipazione. S’intravvede uno stendardo e all’inizio della processione un aderente alla confraternita. Le donne portano ancora il velo sul capo. Ma il mondo sta cambiando e le tradizioni religiose, qui come altrove vanno scomparendo.
Quattro giovani in divisa (a pochi anni dallo scoppio della prima guerra mondiale) posano fiori davanti a tre case (ancora oggi esistenti) e un fienile con ampio fronte verso sud est e vicine al riale Gutta, bene prezioso per uomini e animali. Scorreva sempre almeno una “gotta” d’acqua, vitale nei periodi di lunga siccità.
Strada pianeggiante, in terra battuta, mostra il primo collegamento carrozzabile fra Orselina e Brione
Orselina con tre nuclei: Squadra di sopra, Squadra di Sotto e Ronchetti. Siamo nel 1953: gli alberi sostituiscono i tradizionali ronchi vigneti; ne rimane il toponimo, via vignole. nuove costruzioni, ville e giardini. Le tegole danno rapidamente il cambio ai tetti in piode, indice di una raggiunta disponibilità finanziaria
La facciata spoglia della chiesa parrocchiale contrastata con quella festosa inghirlandata in occasione della storica visita della “Madonna Pellegrina” nel 1949 in ogni parrocchia del Ticino. All’interno della chiesa, gli altari, il pulpito, le balaustre, gli affreschi, sono stati qui come altrove, cancellati dopo il Concilio Vaticano Secondo.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.