Video 2/5 - L’enologia
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Bisogna degustare più con il naso che con la bocca.
Giuseppe Matasci, all’inizio del 1900, giovane contadino di Sonogno (Valle Verzasca) iniziò l’avventura prima comperando il vino dai piccoli produttori della zona, cercando poi di venderlo con una certa difficoltà a causa del vino italiano importato. Comincia quindi a venderlo nella Svizzera tedesca e, nel 1921, costruisce la cantina vicino alla ferrovia per favorirne il trasporto. A quei tempi sorse il problema che i vini acquistati dai vari artigiani non erano della stessa qualità e, di conseguenza, decise di unirli in un solo prodotto accorgendosi in seguito che per fare del buon vino ci voleva altro: la qualità dell’uva, le capacità dei collaboratori e le giuste attrezzature.
Nel 1956, all’improvvisa morte del padre, Mario prende in mano, con i fratelli Peppino e Lino, le redini dell’azienda di famiglia. Si rimbocca le maniche e si dedica completamente a quest’attività, mettendo in pratica quanto ha imparato nella Svizzera francese e nella vicina Italia. Non ha tempo di pensare ad altro in quel periodo. La Matasci non ha vigneti propri ma acquista le uve da numerosi viticoltori della regione, circa 900 produttori. Il lavoro di selezione e di trasformazione non è quindi indifferente.
Con soddisfazione parla della nuova generazione che porta avanti la tradizione di famiglia.
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Archivio Museo della Memoria: MDM0684

L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.