Sfruttamento e distruzione dei boschi
Sfruttamento e distruzione dei boschi
Il patrimonio forestale è stato per secoli una delle risorse più diffuse e più redditizie del territorio ticinese. Come per altre regioni alpine, l'esportazione di legname verso le pianure e le città costituiva una fonte di reddito importante per commercianti e boscaioli e per le collettività locali proprietarie delle foreste. Il taglio dei boschi e il trasporto del legname coinvolgeva diverse attività lavorative e richiedeva l'impiego di tecniche collaudate.
Tra il 1830 e il 1860, lo sfruttamento delle foreste s'intensifica per far fronte all'indebitamento dei comuni che anticipano ai numerosi emigranti le somme necessarie per pagarsi il viaggio oltremare. Il taglio indiscriminato dei boschi, attuato soprattutto dai comuni patriziali, avrà però conseguenze catastrofiche sul patrimonio forestale e sull'ambiente. I disboscamenti scriteriati favoriscono smottamenti di terreno, frane e valanghe. I metodi tradizionali usati per convogliare a valle i tronchi lungo torrenti e fiumi causano inondazioni e straripamenti. Come si può facilmente immaginare, queste calamità colpiscono le valli più povere e sfavorite; il commercio del legname arricchisce pochi commercianti avidi e scarsamente responsabili.
La legislazione cantonale tenta di porre rimedio all'insensibilità della popolazione e alle inadempienze dei patriziati, ma si scontra con tenaci resistenze locali e con le dure realtà economiche. La legge forestale del 1840 rimarrà a lungo lettera morta. Grazie ai primi provvedimenti in materia presi dallo Stato federale, la situazione muterà solo nell'ultimo terzo del secolo, dopo l'alluvione catastrofica del 1868, quando gran parte delle risorse forestali del Ticino era stata distrutta.
Indicizzazione delle sequenze:
Lo sfruttamento delle foreste 1'00-8'44''
Il taglio del bosco (8'45''-11'47'')
La flottazione del legname (11'48''-14'42'')
Commerci e guadagni (14'43''-19'18'')
Leggi forestali contro realtà locali (19'19''-22'46'')
I danni ambientali (22'47''-29'12'')
La resa dei conti: valanghe e scoscendimenti (29'13''-35'04'')
Tra alluvioni e salvaguardia delle foreste (35'04''-40'22'')
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.