Adriano Soldini intervista Giuseppe Prezzolini
Adriano Soldini intervista Giuseppe Prezzolini
«Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle»: questo è solo uno dei tanti aforismi per i quali è ricordato Giuseppe Prezzolini, scrittore, giornalista ed editore italiano nato nel 1882 a Perugia. Fu giovanissimo a Firenze, andando poi spesso Francia. All’età di 21 anni iniziò a lavorare come giornalista per il periodico «Leonardo» e nel 1908 fondò il settimanale «La voce», dirigendolo fino al 1914. Con l’ascesa del fascismo, dagli anni Venti in poi trascorse lunghi periodi negli Stati Uniti, dove insegnò alla Columbia University di New York e ottenne la cittadinanza americana nel 1940. Nel 1968 prese invece casa a Lugano, dove rimase fino al 1982, quando morì all’età di 100 anni.
L’Archivio Prezzolini della Biblioteca cantonale di Lugano è la sezione manoscritta novecentesca della Biblioteca, nata nel 1978 grazie all’acquisizione da parte del Canton Ticino dell’Archivio di Giuseppe Prezzolini; conta 30 Fondi principali e 43 Raccolte di minore entità. Uno dei fondi è proprio il Fondo Giuseppe Prezzolini, che consta di due sezioni di corrispondenze, assieme con raccolte di articoli dello stesso Prezzolini e recensioni dedicate alle sue opere.
Questo incontro di Adriano Soldini con Giuseppe Prezzolini andò in onda il 13 aprile 1978 nel programma televisivo «Incontri - Fatti e personaggi del nostro tempo». Fu probabilmente lo stesso Soldini a presentare l’intervista con questo testo, pubblicato a pagina 24 del settimanale «Tele-Radio 7» in edicola l’8 aprile 1978:
Scrittore, saggista, e, nei momenti migliori della sua lunga presenza culturale, animatore o operatore culturale. È certo che la sua non è soltanto un’eccezionale durata fisica, che è già condizione rilevante per essere quel testimone che è, ma risulta soprattutto da una situazione di partecipazione prima attiva nel fervore d’una definizione e d’un rinnovamento della cultura italiana. Testimone vario ed accattivante, come si può anche desumere dai documenti che la sua vita di intellettuale ha accumulato, quei documenti che, formando un fondo od archivio di grande rilievo culturale e politico, sarà uno strumento di studio e di ricerca attorno a momenti e figure di vita italiana ed europea di questo secolo.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.