Percorsi dell’Ottocento: 5 — La Ferrovia. Seconda parte
Percorsi dell’Ottocento: 5 — La Ferrovia. Seconda parte
Quinto episodio di una serie di quindici dedicati all’Ottocento ticinese, questo servizio di Gianni Padlina, Patrizio Malaguerra e Mario Realini andò in onda il primo gennaio 2004 nel programma televisivo «Il Quotidiano» ed è la seconda parte delle due dedicate alla ferrovia in Ticino.
Il contesto storico generale nel quale fu progettata la Ferrovia del Gottardo è descritto da Peter Bärtschi e da Anne-Marie Dubler alla voce «Ferrovie» del «Dizionario Storico della Svizzera», ak paragrafo dedicato alle linee alpine, dove si legge:
Negli anni 1870-80 non esistevano ancora collegamenti nord-sud con l’Italia. Le linee ferroviarie si arrestavano ai piedi delle Alpi: a Coira dal 1858 (Ferrovie svizzere unite), a Lucerna e a Thun dal 1859 (Ferrovia centrale), a Briga dal 1878 (futura Svizzera occidentale-Sempione, divenuta Giura-Sempione nel 1891). Compagnie e regioni economiche svizzere si batterono per i diversi progetti di trasversale alpina svizzera via Lucomagno, Spluga, San Gottardo o Sempione; a questa lotta parteciparono anche i Paesi confinanti (Germania, Italia e Francia), ciascuno interessato alla variante ritenuta più vantaggiosa. L’esistenza a est della ferrovia del Brennero (1860-64) e a ovest di quella del Moncenisio (1857-71) spinse nel 1869 i partner contrattuali svizzeri, tedeschi e italiani a scegliere il tracciato attraverso il San Gottardo, che nonostante difficoltà finanziarie fu inaugurato nel 1882.
Sul modo in cui la stampa del tempo descrisse l’avventura nazionale della Ferrovia del Gottardo è utile consultare il dossier «Il San Gottardo nei giornali e nelle riviste» compilato dalla Biblioteca nazionale svizzera. Abbraccia più di un secolo di storia, fornendo un ricco corredo di fonti e riferimenti bibliografici.
In questo secondo episodio dedicato alla Ferrovia del Gottardo, il sindacalista Gabriele Chiesi ricorda che la Gotthardbahn (la ferrovia che attraversava da Nord a Sud il Ticino), non solo permise l’apertura del Cantone ai traffici internazionali, ma creò una vera e propria nuova figura professionale, quella del ferroviere.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.