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Rifugiati italiani in Svizzera 1943-1945. 2. Vita di rifugiati

8 gennaio 1995
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Realizzato da Guido Ferrari, questo servizio televisivo andò in onda l’8 gennaio 1994. Dedicato alla vita dei profughi italiani fuggiti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e rifugiatisi nel nostro Paese, è l’ultimo episodio di un ciclo di due puntate.

A pagina 6 del settimanale «Teleradio» in edicola per la settimana dall’8 al 14 gennaio 1995 si leggeva la presentazione della seconda e ultima puntata del ciclo:

Il Nella prima parte di Rifugiati italiani in Svizzera 1943-1945 si è visto quale era la situazione dell’Italia del settembre ‘43 che spinse migliaia di militari e di civili a rifugiarsi in Ticino. I militari furono accolti, i civili incontrarono invece in parte gravi difficoltà, superate solo all’inizio del dicembre ‘43: da allora infatti anche i perseguitati razziali, cioè gli ebrei, poterono rimanere sul nostro territorio. La seconda parte del ciclo presentato da Passato, Presente… Possibile - a cura di Guido Ferrari con la consulenza storica di Renata Broggini e di Marino Viganò - si occupa della permanenza in Svizzera degli oltre 30’000 rifugiati italiani. Si ripercorrono le tappe dell’accettazione e della collocazione dei rifugiati: dal campo di raccolta al campo di quarantena: dal campo d’attesa di una sistemazione definitiva al campo di lavoro per coloro che erano nell’indigenza, alla "liberazione" dei rifugiati dotati di mezzi capaci di garantirne l’autonomia economica. Saranno i testimoni di allora a raccontarci come furono quei mesi: mesi di angoscia, di speranza e anche di noia. Per molti fu un periodo importante: il dibattito politico, imbrigliato dal fascismo, riprese nella prospettiva del dopoguerra, della costituzione degli Stati Uniti d’Europa. Furono organizzati per i giovani studenti italiani dei campi universitari, ciò che permise loro di continuare gli studi interrotti. Il Ticino diede molto ai rifugiati; ricevette uno stimolo culturale importante: i nostri quotidiani offrirono spazi ai grandi nomi della cultura italiana. Il Ticino fu anche il retroterra delle organizzazioni della resistenza e aiutò la rinascita dell’Italia democratica.

Gli intervistati sono: Corrado Cortella: sacerdote; Erico Fubini: musicologo; Gustavo Latis: architetto; Giulio Zendralli: farmacista; Augusto Bolla: avvocato; Filippo Sacchi: rifugiato; Gualtiero Morpurgo: ingegnere; Bruno Heim: arcivescovo; Pio Bruni: già tenente Savoia Cavalleria; Nardino Totaro: già caporalmaggiore; A. Rossi: già tenente; Alberto Mignoli: avvocato; Roberto Piazza: ingegnere; Edoardo Amman: già tenente; Dino Rovelli: già tenente; Leo Valiani: storico; Sergio Caprara: già guardia di confine.

  1. Rifugiati italiani in Svizzera 1943-1945. 1. Oltre la rete
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9 dicembre 2022
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