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Rifugiati italiani in Svizzera 1943-1945. 1. Oltre la rete

1 gennaio 1995
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

L’8 settembre 1943 viene proclamato l’Armistizio tra il governo Badoglio e gli alleati. L’Italia è divisa in due parti: il sud è di fatto occupato dagli Alleati, il nord ed il centro, Roma compresa, sono in mano ai tedeschi che rimettono al potere Mussolini con la costituzione della Repubblica Sociale con sede a Salò. È a partire da questo momento che migliaia di italiani cercano rifugio in Ticino.

Tra il 1943 e il 1945 gli italiani che entrano nel nostro Cantone furono più di trentaduemila.

Questo servizio di Guido Ferrari andò in onda il primo gennaio 1995. È il primo episodio di una serie di due documentari dedicato ai rifugiati italiani in Svizzera nel periodo tra il 1943 e il 1945.

A pagina 3 del settimanale «Teleradio» in edicola per la settimana dall’1 al 7 gennaio 1995 si leggeva la presentazione dell’intera serie di due puntate:

All’inizio del 1994 la Tsi ha presentato un ciclo in tre parti sul Ticino ed il fascismo fra il 1920 e il 1945, realizzato da Guido Ferrari con la consulenza dello storico Mauro Cerutti, auto re di un importante studio sul tema.
Passato, presente… possibile presenta ora un ciclo in due parti focalizzato su un particolare momento storico di quel periodo e cioè sui rifugiati italiani in Svizzera tra il 1943 e il 1945, realizzato sempre da Guido Ferrari con la consulenza degli storici Renata Broggini - autrice del volume "Terra d’asilo" - e di Marino Viganò.
L’Italia di Mussolini, entrata in guerra a fianco della Germania di Hitler, sente presto il gusto amaro della sconfitta. Il 9 luglio 1943 truppe anglo-americane sbarcano in Sicilia. Il regime fascista vacilla e nella notte tra il 24 ed il 25 luglio Mussolini è deposto. Ma solo l’8 settembre viene proclamato l’armistizio tra il governo Badoglio e gli alleati. L’Italia è divisa in due: il sud è di fatto occupato dagli alleati, il nord ed il centro, Roma compresa, sono in mano ai tedeschi che mettono al potere Mussolini con la costituzione della Repubblica sociale con sede a Salò. Mussolini chiama alle armi le giovani leve ed i soldati del disciolto esercito italiano per combattere a fianco dei tedeschi contro gli alleati e la resistenza italiana.
È questa situazione drammatica e caotica a spingere migliaia di italiani a rifugiarsi in Svizzera. Già il 12 settembre 1943 entra da Ligornetto un gruppo del Savoia Cavalleria con 650 uomini. Poi nella notte tra il 16 ed il 17 settembre si riversano nel Cantone Ticino dal confine sud tra la valle di Muggio e Stabio 10’000 militari sbandati e civili: una fiumana come si disse allora.
Il documentario cerca di ricostruire il periodo storico e di rispondere alle seguenti domande: chi scappa dall’Italia e perché, come vengono accolti i rifugiati in Svizzera, chi poté rimanere e chi fu respinto.
Sono pagine importanti della nostra storia e di quella italiana, pagine anche tristi come quelle che riguardano gli ebrei purtroppo respinti fino all’inizio di dicembre del 1943, ciò che per molti significò la morte nei campi tedeschi di sterminio.
Il documentario si basa su testimonianze e su documenti d’archivio, in particolare su materiale fotografico dell’archivio federale e cantonale, della fondazione Pellegrini-Cavascini e del fotografo Christian Schiefer cui si devono testimonianze particolarmente importanti.

Gli intervistati sono: Pio Bruni: già tenente Savoia Cavalleria; Corrado Cortella: sacerdote; Nardino Totaro: già caporalmaggiore; Salvatore Vanolli: già guardia di confine; Adelio Rossi: già tenente; Gianfranco Butti: già capo protezione civile; Gian Bertoliatti: medico; Paul NICOL: già tenente; Arnaldo Ferraris: già batteliere; Gustavo Latis: architetto; Enrico Fubini: musicologo; Mario Rusconi: già capoposto Spruga; Giovanni Cippà: già capoposto Chiasso.

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9 dicembre 2022
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