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L’AVS compie vent’anni

17 aprile 1968
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Il 14 aprile 1968, il programma televisivo «Prisma» mandò in onda un’inchiesta di Romeo Zali e Tazio Tami per tracciare un bilancio dell’AVS, vent’anni dopo l’entrata in vigore. Nel loro servizio, gli autori evidenziano la situazione degli anziani di montagna e di quelli di città per cercare di fare un confronto e sollevare il problema della distribuzione del reddito sociale.

Una sintetica storia dell’AVS è disponibile nel sito web dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali UFAS, dove si legge:

«Il 6 luglio 1947 il popolo votò a favore della creazione dell’AVS, lo stesso giorno il approvò la riforma degli articoli di ordine economico della Costituzione federale, che, nell’interesse comune della nazione, conferiva alla Confederazione il diritto di intervenire nell’economia e sanciva la partecipazione delle associazioni industriali. Entrambi i decreti costituirono il fondamento per il compromesso di base postbellico.

La nuova assicurazione sociale prevedeva l’età di pensionamento di 65 anni per entrambi i sessi, il finanziamento attraverso contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro, oltre che della Confederazione e dei Cantoni, come pure rendite per anziani, vedove e orfani commisurate ai versamenti contributivi. Le rendite furono mantenute a un livello modesto per non fare concorrenza alla previdenza privata (rendita semplice di vecchiaia: da 40 a 125 franchi mensili per un salario medio di 745 franchi nel settore dell’industria). Per la generazione che aveva già raggiunto l’età di pensionamento erano previste rendite transitorie in funzione del bisogno. Per quanto riguarda l’organizzazione, l’AVS riprese il sistema decentralizzato delle casse di compensazione professionali o cantonali, sperimentato con successo nel regime di indennità per perdita di salario e di guadagno (IPG).

L’AVS era figlia del clima di cambiamento politico che nel 1942/43 aveva coinvolto anche la Svizzera. La vittoria degli alleati iniziò a delinearsi e con il rapporto Beveridge si profilarono nuove opzioni nella politica sociale. Nel 1942 un’iniziativa popolare sostenuta dalla sinistra e dai liberali aveva chiesto di trasformare l’IPG in AVS. Dopo le prime esitazioni, all’inizio del 1944 il Consiglio federale istituì una commissione di esperti e due anni dopo presentò al Parlamento un progetto di legge. Grazie ai suoi pieni poteri, nell’ottobre 1945 accolse la richiesta dell’unione sindacale e versò provvisoriamente le eccedenze del regime IPG alla previdenza per la vecchiaia. Il Parlamento avallò questa decisione, che allo stesso tempo permise di risolvere il problema del finanziamento dell’AVS. La legge sull’AVS fu quindi approvata a grande maggioranza dal Parlamento. Ciononostante, come già accaduto nel 1931 con il primo progetto dell’AVS, una coalizione della Svizzera occidentale di liberali, cattolici conservatori e rappresentanti dell’industria, lanciò il referendum. Questa volta i voti favorevoli raggiunsero però un consistente 80 per cento.»

Nota: non è infrequente trovare negli archivi della RSI edizioni del programma televisivo «Prisma» che presentano lacune nelle piste audio. Le ragioni possono essere di due tipi: 1) ben conservato il video perché realizzato su pellicola, la pista audio su nastro magnetico ha conosciuto un processo di deterioramento; 2) parte del copione non fu registrata su nastro magnetico bensì letta in diretta. Negli archivi si conservano tuttavia tutti i copioni.

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26 maggio 2020
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