«Il fiammiferaio»: un po’ di luce e un po’ di calore
«Il fiammiferaio»: un po’ di luce e un po’ di calore
All’inizio del 1981, «Pomeriggio feriale» fu ridotto ad un’ora di trasmissione, «per far posto alla nuova trasmissione pomeridiana il Fiammiferaio, in onda da lunedì a sabato alle 16:05 sul primo programma», scrive lo storico Marco Marcacci nel capitolo intitolato «L’avvento della televisione e il rinnovamento della radio» nel volume collettaneo «Voce e specchio. Storia della radiotelevisione svizzera di lingua italiana» (p. 175).
Eros Bellinelli descrisse il nuovo programma da lui ideato nel primo numero del settimanale «Tele Radio 7» dell’anno 1981. A pagina 15 si leggeva questo suo testo programmatico:
Un nuovo programma radiofonico viene normalmente accolto dal pubblico con curiosità e dagli «addetti ai lavori» con un tal quale scetticismo. Mentre gli ascoltatori aprono all’iniziativa un credito iniziale, i critici devono fare il loro mestiere. A queste regole non sfuggirà la nuova emissione chiamata «Il fiammiferaio», che inizierà sabato 3 gennaio 1981. Essa rientra nel quadro di un rinnovamento inerente tutt’e due i programmi della RSI. Se, da un lato, il Secondo programma diventa, per così dire, più polposamente riflessivo e punta su una sua originalità culturale, dall’altro lato, il Primo programma si caratterizzerà per contenuti più legati all’attualità e che appartengono più al concetto di informazione e di conversazione che a quello di approfondimento: anche se è difficile stabilire dove in una notizia finisca l’informazione e cominci un pur sintetico commento.
«Il fiammiferaio» è un tempo pomeridiano e quotidiano del Primo programma. La rubrica si colloca, quindi, dentro un’impostazione essenzialmente informativa del lavoro radiofonico. Ma essa non si affiderà prioritariamente all’attualità corrente e agli avvenimenti che ci piombano addosso. Si occuperà, invece e essenzialmente, dei più diversi argomenti: di quelli che, più di altri o meglio di altri, possono accendere nell’ascoltatore una luce di serenità o stimolare il desiderio di saperne di più, di andare oltre l’indicazione ricevuta. Da questa impostazione di massima è nato il titolo della trasmissione: «Il fiammiferaio». Così è definito chi fabbrica e chi vende fiammiferi: chi ci procura, dunque, la possibilità di avere un po’ di luce e un po’ di calore. Ma. oltre a ciò, «Il fiammiferaio» radiofonico avrà un’altra preoccupazione: quella di procurare un pizzico di gioia e degli istanti sorridenti, fuori dalla programmatica «problematicizzazione» di ogni respiro della nostra giornata, ma senza essere fuori dai problemi. Chi ha pensato il programma e chi lo realizzerà ritiene che non c’è argomento che non possa essere oggetto di un avvicinamento che opti per il sorriso, per una ragionevole e non forzata gioia di vivere, privilegiando i modi dilettevoli anziché quelli seriosi.
Chi lavora e lavorerà al «Fiammiferaio» sa che un progetto simile (progetto che, ovviamente, non trascurerà le osservazioni e le reazioni degli ascoltatori) è difficile e ambizioso. È meno difficile far piangere che far ridere. Tuttavia, «Il fiammiferaio» punta, per intanto, a far sorridere e a procurare serenità. Forse, con questa scelta, le difficoltà saranno minori. Si vedrà.
Il programma avrà un impianto settimanale e si articolerà in modo diverso nei vari giorni della settimana. Musica e parlato si intrecceranno con l’intenzione di stabilire un ritmo simpatico e «scanzonato», ma concedendo tempi indispensabili ai valori che tempo esigono o che sono, espressivamente ed esteticamente, legati a una durata: si pensi in particolare modo alla musica, per la creazione della quale è possibile adottare i più vari moduli di durata.
Non ci soffermiamo, almeno in questo primo contatto informativo con gli ascoltatori, sui contenuti di ogni giornata. Forse è utile e piacevole non dire troppo e lasciar scoprire. Aggiungiamo solo che «Il fiammiferaio» avrà anche due edizioni domenicali sul secondo programma: una prima, di mezz’ora, dedicata interamente ai giochi. Una seconda, di due ore, che ripresenterà quanto il pubblico e i redattori del programma considereranno «Il meglio del fiammiferaio».
Dei «Giochi culturali», brevi e forse non privi di malizia, saranno presentati anche il lunedì, il mercoledì e il venerdì di ogni settimana. Le modalità di partecipazione saranno di facilissima interpretazione per chi seguirà il programma.
In modo molto generale, abbiamo definito le intenzioni del «Fiammiferaio». L’impegno nostro è quello di realizzare un programma che sia possibilmente frizzante e intelligentemente dilettevole. Pensiamo che esso debba avere più i colori della festa che quelli della penitenza. Gli ascoltatori diranno il loro gradimento o il loro non gradimento: ne terremo conto.
Il documento qui pubblicato è l’edizione de «Il fiammiferaio» andata in onda il 3 marzo 1981. A pagina 32 del settimanale «Tele Radio 7» pubblicato per la settimana dal 28 febbraio al 6 marzo 1981, si leggeva:
16.05 II fiammiferaio. «La storia del gatto Tuffino». Bozzetto di Mario Agliati sceneggiato per la radio da Pietro Guerrini. Sonorizzazione di Gianni Trog. Regia di Fabio Barblan
In una famiglia con tanti bambini - quella dell’autore - un gattino, strappato quasi moribondo dalle mani di alcuni ragazzacci, non può che trovare accoglienza e cure amorose. La storia dovrebbe dunque concludersi qui felicemente. Invece, tra i piccoli della casa vi è una bimba allergica al pelo del gatto. Sorge quindi un problema assillante: separarsi dalla bestiola e trovarle una nuova famiglia. Purtroppo, però, anche dopo la nuova sistemazione, il destino di Tuffino dovrà subire altre svolte.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.