Antonio Croci: due opere dell’architetto
Antonio Croci: due opere dell’architetto
Andato in onda il 3 Novembre 1970 nel programma televisivo «Situazioni e testimonianze», questo servizio di Fabio Bonetti ebbe la consulenza scientifica di Bruno Reichlin e di Fabio Reinhart. È un viaggio alla scoperta di due opere dell’architetto Antonio Croci (Mendrisio, 1823 - Mendrisio, 1884): il “Carlasch” (ora Casa Croci - Museo del Trasparente) abitazione dello stesso architetto, e Villa Argentina, entrambi splendidi esempi di architettura ottocentesca neoclassica ispirata alla sperimentazione architettonica illuminista.
Una scheda dedicata all’architetto e alla sua opera si legge nelle pagine del Museo d’arte di Mendrisio, dalle quali trascriviamo per esteso:
«L’architetto Antonio Croci nacque a Mendrisio il 7 aprile 1823 e studiò architettura all’Accademia delle Belle Arti di Milano dove sappiamo si distinse vincendo il primo premio di un concorso in “Invenzione architettonica”
Visse a lungo in Turchia dove lavorò per la corte di Costantinopoli. Di lui e del suo lavoro ancora non si hanno molte certezze: l’archivio con i piani dei suoi studi, custodito da una lontana parente in quanto il Croci restò scapolo e non ebbe eredi diretti, fu mandato al macero; è quasi certo che abbia lavorato a più riprese per il Barone russo Von der Wies in particolare per la costruzione del castello di Valrose a Nizza terminato nel 1869; si occupò tra il 1861 e il 1865 della ristrutturazione della chiesa di San Giorgio a Ernen e della chiesa di Lax, sempre in Vallese nel 1874. L’anno successivo collaborò con Vincenzo Vela (scultore 1820-1891) al monumento equestre dedicato al Duca di Brunswick, mai realizzato, il cui modello è conservato al museo Vela di Ligornetto. Dopo un lungo soggiorno in America Latina tra il 1871 e il 1872 a Buenos Aires, Antonio Croci verrà incaricato dalla mendrisiense famiglia Bernasconi della realizzazione a Mendrisio di Villa Argentina.
L’architetto morirà di tisi il 2 dicembre 1884 nella sua casa parva sed apta mihi (piccola ma adatta a me) chiamata Carlasch.
Dal 2017 è sede del Museo del Trasparente e ospita una mostra permanente che consente di osservare da vicino, e durante tutto l’anno, i preziosi oggetti: al pianterreno una sezione è dedicata alle Processioni storiche e alla loro storia; al primo piano le varie tipologie che caratterizzano l’eccezionale apparato decorativo di “trasparenti”; al secondo piano una sezione dedicata ai problemi di esecuzione, conservazione e restauro.»
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.