La «cevra mata» in Valle Bedretto
La «cevra mata» in Valle Bedretto
Consulente scientifico di questa puntata del programma televisivo «Situazioni e testimonianze» andata in onda l’8 marzo 1973 fu il linguista Ottavio Lurati. Intitolato «La cevra mata», ne fu autore Gianni Deberbardis assieme con Paul Lehner. Argomento del servizio è un argomento legato alle tradizioni al carnevale di rito ambrosiano: la maschera della cevra mata (capra matta), un personaggio teriomorfo (con le sembianze di una animale) che passeggia nei villaggi della Valle Bedretto per incutere timore agli abitanti. Non mancano la classica risottata, alcune ricette gastronomiche tipiche del periodo carnascialesco e altre curiosità legate a questa festività invernale.
Le maschere a forma di capra sono attestate in Val Bedretto, Valle Maggia, Val Colla e Moesano fino ai primi decenni del Novecento. A Bedretto una “capra matta” appariva l’ultimo giorno di carnevale, al momento di accendere il falò, e sfidava gli uomini più forti della comunità. Chi riusciva a strapparle le corna aveva l’onore d’impersonarla l’anno seguente.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.