Ticinesi combattenti. «La guerra, mio malgrado»
Ticinesi combattenti. «La guerra, mio malgrado»
Girato a Lottigna, Dongio, Insone e ad Ascona, Werner Weick è l’autore di questo documentario andato in onda il 18 febbraio 1986 nel programma televisivo «T.T.T. - Tesi, Temi, Testimonianze» Alcune decine di ticinesi furono coinvolte, in modo diretto, nella Seconda Guerra Mondiale, schierandosi dall’una o dall’altra parte allo scoppio del conflitto. Il documentario raccoglie le memorie di sei veterani e indaga sui motivi che li hanno spinti a partecipare alla guerra e sul modo in cui questa li ha trasformati.
Gli intervistati sono: Ignazio Antognoli, ex soldato della Wehrmacht, custode Museo delle Armi di Lottigna e presidente del Patriziato; Emilio Poma, ex soldato esercito francese e deportato nel campo di lavoro Stalag IV B Lipsia, ex albergatore a Parigi; Francesco Ferrari, ex soldato britannico ed ex agente Servizio Segreto in Libano, Siria, Turchia, Egitto; Angelo Rossini, ex soldato USA, ex cameriere a Chicago; Paolo Vogt, scultore, ex soldato britannico Missione 43 in Indonesia, ex condannato a morte e prigioniero delle carceri giapponesi, ex cercatore d’oro; Elio Canevascini, ex volontario Guerra Civile di Spagna, ex medico-chirurgo Guerra Partigiana in Iugoslavia, presidente della Centrale Sanitaria Svizzera.
A pagina 7 del settimanale «Teleradio7» in edicola per la settimana 15 al 21 febbraio 1986 si leggeva la presentazione del documentario di Werner Weick:
Martedì alle 20.30 «T.T.T. - Tesi, temi, testimonianze» trasmetterà il documentario di Werner Weick (immagini di Alberto Moccia, suono Paolo Cavalieri) dal titolo «La guerra, mio malgrado». Il montaggio è stato curato da Emanuela Andreoli, la sonorizzazione da Graziano Monzeglio. Parecchi ticinesi furono coinvolti in modo diretto nella Seconda guerra mondiale, schierandosi dall’una o dall’altra parte allo scoppio del conflitto. In fondo, a guardar bene, le loro storie non sono diverse da quelle di centinaia di migliaia di altre storie di reduci di tutti i fronti. Tuttavia esse acquistano per noi un significato particolare perché sono storie nostre, legate al mondo dell’emigrazione oppure alle tensioni ideologiche che hanno toccato i giovani di cinquant’anni fa. Il documentario raccoglie le memorie di sei veterani: Elio Canevascini, Ignazio Antognoli, Emilio Poma, Angelo Rossini, Paolo Vogt e Francesco Ferrari. Non avrebbe senso cercare fra loro un nonno di Rambo, con la mascella quadrata e il pettorale lucido. Non sono animati da sentimenti di rivalsa, non sfoggiano eroiche imprese. Sono uomini che si trovarono, per i più svariati motivi (volontari, ma loro malgrado) travolti da un’esperienza che li ha resi estranei rispetto alla Svizzere, alle perso- ne e alle cose del loro passato e anche rispetto a sé stessi. Ascoltare le loro testimonianze, in questo anno dedicato alla pace, può farci riflettere e può anche arricchirci perché - in senso stretto - il documentario tratta del modo in cui la guerra mutò coloro che vi presero parte. Chi erano, chi sono questi ex-combattenti (scelti fra una quarantina di ticinesi ancora in vita e coinvolti nel conflitto)? Ognuno di loro ha vissuto un’esperienza diversa, su fronti geograficamente distanti: perché hanno combattuto anziché rientrare, come avrebbero potuto, in Svizzera? Di che natura fu il mutamento che sentirono dentro sé stessi? Sono stati brutalizzati o nobilitati, sono regrediti o maturati con l’esperienza di guerra? Il documentario di Werner Weick offre una risposta a questi interrogativi.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.