Gli attrezzi dello scalpellino.
Gli attrezzi dello scalpellino.
" Al pica prèda" era chiamato lo scalpellino che lavorava nelle cave del nostro Ticino. Con l'arrivo dell'estrazione e la lavorazione della pietra in tutte le sue forme e qualità, attorno agli anni 1940, ma anche prima, molti uomini avevano abbandonato l'agricoltura per recarsi a lavorare nelle cave. Le nostre valli sono ricche di questi luoghi in parte poi abbandonati, ma in parte ancora fiorenti. Non voglio qui scrivere la storia del "cavista" o della pietra né tantomeno del suo utilizzo, ma piuttosto portarvi a conoscenza degli attrezzi usati per la lavorazione del sasso o del marmo. La foto ci presenta la " Cassa degli attrezzi", valigia personale indispensabile per chi lavorava la pietra. Poche cose, ma essenziali, usate con la forza delle mani e delle braccia. Una vita dura e poco pagata ( mio padre riceveva 60 ct.- l'ora nel 1950), ma sicura e non dipendente dalle bizze del tempo, disperazione e delizia per chi praticava l'agricoltura. Mi piace ricordare il titolo di un canto, evocativo e dal significato profondo , scritto da un nostro autore ticinese e che ci ricorda un aspetto della storia ticinese legata al territorio, alla nostra terra: "Pietre come mani, mani come pietre" di Alfio Inselmini di Cavergno. Ringrazio Orazio Bernardi di Lodrino per il documento inviatomi.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.