Strade, traffici e mito gottardista - Strade e motori, gioie e dolori
Strade, traffici e mito gottardista - Strade e motori, gioie e dolori
Nel dopoguerra, il Ticino ha fatto del potenziamento della rete stradale una priorità per gl'investimenti pubblici: tra il 1960 e il 1980, la spesa lorda per le strade ha assorbito oltre un quarto delle uscite totali del Cantone, con punte fino al 40%. La politica stradale perseguiva tre obiettivi: migliorie delle strade esistenti, nuovi tracciati nei collegamenti alpini, costruzione della dorsale autostradale. L'infrastruttura ferroviaria e stradale è stata a lungo considerata l'arteria che alimentava l'economia cantonale, a beneficio di chiunque vi potesse accedere. Le vie di comunicazione erano diventate per il Ticino un vero e proprio mito, imperniato sulla centralità del Gottardo e la vocazione naturale ai traffici di transito. Dall'ampliamento e ammodernamento delle infrastrutture di trasporto ci si aspettava progresso economico e crescita civile, convinti che il maggior flusso di traffico fosse sinonimo di progresso e di benessere.
Il potenziamento della rete stradale è stato accompagnato da un forte aumento della motorizzazione privata. Già nel 1980, con quasi un veicolo ogni due abitanti, il Ticino era diventato uno dei Cantoni con la più alta densità di veicoli a motore. Ciò ha portato ad una massiccia e rapida integrazione dei Ticinesi nelle attività economiche urbane, con un passaggio quasi diretto dal settore agricolo a quello dei servizi. L'accresciuta mobilità individuale ha altresì evitato uno spopolamento ancora maggiore di certe zone periferiche.
Non sono però mancati gl'inconvenienti, sorti dal non aver individuato a tempo determinati obiettivi: un'organizzazione territoriale razionale, una rete adeguata di trasporti pubblici urbani e regionali, valichi concepiti in funzione dell'integrazione transfrontaliera.
Indicizzazione delle sequenze:
15'01''-18'15'' L'autostrada dei problemi e dei disagi
18'16''-22'54'' L'asse del San Gottardo, spina dorsale del Cantone Ticino
22'55''-26'24'' Quando nella Svizzera italiana ci si spostava ancora a piedi
29'12''-31'14'' Ticino "mediatore" tra Nord e Sud.
35'21''-38'44'' Il rischio del corridoio autostradale
38'45''-42'57'' "Dove non c'è strada non c'è vita"
44'04''-46'24'' Realtà regionali differenziate: tra centralità ed emarginazione
46'39''-48'01'' L'autostrada e l'apertura transfrontaliera
Questo servizio radiofonico realizzato da Nicola Franzoni andò in onda il 16 maggio 1981 nella trasmissione "Radio delle regioni" con il titolo "Strade e motori, gioie e dolori. Il traffico nella Svizzera Italiana".
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.