La radio parla dell'emigrazione
La radio parla dell'emigrazione
In Svizzera, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la manodopera si rese necessaria per far fronte alla ripresa economica. Come conseguenza, industriali e imprenditori ricorsero a lavoratori immigrati.
Allo stesso tempo, gli anni ’50 rappresentano anche un periodo in cui molti svizzeri che si erano trasferiti all’estero nei decenni precedenti decisero di tornare stabilmente in patria. Infatti, dalla seconda metà del XIX secolo in Svizzera si erano riscontrate molte emigrazioni da parte della popolazione indigena. Per quell’epoca si possono distinguere tre tipi di migrazione: la migrazione commerciale (fondamentale per la ricerca di sbocchi per i prodotti svizzeri), la migrazione di talenti (ad esempio degli architetti ticinesi), la migrazione di formazione (grazie alla quale la Svizzera acquisì competenze di cui prima non disponeva).
L’intervista contenuta nel documento radiofonico, svolta il 5 agosto 1954, ruota attorno al tema della migrazione. La signora intervistata esordisce affermando che ormai quasi tutte le famiglie di Malvaglia furono costrette ad emigrare. Anche suo padre partì negli anni ’60 dell’800 alla volta di Parigi per lavorare come maronaio, mentre lei lo raggiunse ancora bambina, quando aveva solo due anni. Dopo aver terminato gli studi anche la donna cominciò a lavorare per aiutare il padre. La donna ha molti ricordi di quegli anni, fu un periodo “di soddisfazioni” in cui svolse molti mestieri tra cui la serva. L’intervistata racconta che ai suoi tempi i malvagliesi che decisero di emigrare a Parigi erano molti, tutti furono costretti a migrare in quanto le risorse nel paese ticinese scarseggiavano. Le donne avevano il dovere di aiutare occupandosi della casa, mentre i mariti si allontanavano per poter pagare il grano, le imposte, eccetera. La donna afferma poi di sentirsi quasi una parigina, per lei la città francese rappresenta una seconda patria, tutti i malvagliesi amano la Francia. La signora conclude dicendo che, prima di stabilirsi nuovamente a Malvaglia, lavorò a Milano in un ristorante e in una gelateria. Anche nella città italiana erano presenti molte famiglie di Malvaglia.
Nel periodo in cui il documento radiofonico è contestualizzato si stava assistendo a un cambio di paradigma della radio, che diventava mezzo di accompagnamento, lasciando il ruolo di focolare domestico alla televisione. L’importanza della radio negli anni ’50 è testimoniata dal numero nettamente superiore di documenti radiofonici presenti nell’archivio della Radiotelevisione Svizzera rispetto a quelli televisivi.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.