Al centro la montagna
Al centro la montagna
Intitolata «Al centro la montagna», la puntata del programma televisivo «Il Giardino di Albert» andata in onda il 22 aprile 2018 fu interamente dedicata alla montagna. In studio, l’ospite fu Cristian Scapozza, geografo e curatore del Museo storico della Valle di Blenio.
La puntata impaginava anche due servizi sulla montagna: «Al centro la montagna», di Vito Robbiani e «DIGA 33!», di Cesare Bernasconi.
Girato tra Acquacalda, la Valle di Blenio e il Lucomagno, «Al centro la montagna» di Vito Robbiani ci porta alla scoperta della zona del Lucomagno in compagnia di Christian Bernasconi, biologo appassionato di formiche che da qualche anno gestisce il Centro Pro Natura Lucomagno, una struttura immersa in un suggestivo ambiente alpino: la visita dei comparti ad alta quota del Cantone, in percorsi che portano oltre al limite superiore del bosco, e la sincera passione di Christian per il promovimento e la difesa della montagna offrono l’occasione di scoprire la storia del Centro, situato in zona Acquacalda a 1’750 metri di quota, e di osservare da vicino la natura monumentale e le specie vegetali e animali di uno dei più incantevoli paesaggi naturali svizzeri.
Girato in Valle di Blenio, «DIGA 33!» di Cesare Bernasconi è la cronistoria di un cantiere decisamente unico nel suo genere, dalla preparazione fino alla conclusione dei lavori: quasi interamente ostruita da 18 metri di fango e detriti, la presa d’acqua della diga del Luzzone, che alimenta le turbine a valle, doveva essere liberata. Nel 2016 una ditta specializzata nei dragaggi marittimi e fluviali, la francese Tournaud (filiale della VINCI Construction), ha allestito un cantiere alpino a 1’600 metri di quota. Grazie a una piattaforma galleggiante appositamente concepita e a una gigantesca gru da 130 tonnellate guidata tramite un sistema satellitare GPS, gli specialisti hanno potuto dragare il fango a 200 metri di profondità e liberare così, in circa un anno e mezzo, l’impianto di captazione. Il materiale è stato poi trasportato con delle chiatte verso una zona interna del bacino e scaricato in un avvallamento concepito per contenerlo e trattenerlo, impedendo così che venga nuovamente trascinato verso la presa.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.