Le informazioni di membri e visitatori sono analizzate in modo anonimo per fornire il miglior servizio possibile e rispondere a tutte le esigenze. Questo sito utilizza anche dei cookies, ad esempio per analizzare il traffico. Puoi specificare le condizioni di archiviazione e accesso ai cookies nel tuo browser. Per saperne di più.
È online la nuova piattaforma nazionale: historiaHelvetica.ch

Non si vive di sola AVS. Pensioni sufficienti per vivere?

18 settembre 1990
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Andata in onda il 18 settembre 1990 nel programma televisivo «Tesi, Temi, Testimonianze», Lorenzo Mammone è l’autore di questa inchiesta dedicata all’esiguità della rendita AVS.

A pagina 9 del settimanale «Teleradio» in edicola per la settimana da 16 al 22 settembre 1990, se ne leggeva la presentazione:

Diventare vecchi e vivere tranquillamente in Svizzera. Un sogno cullato da molti ma che, conti alla mano, può anche trasformarsi in un grosso problema per chi, nel paese con i redditi pro-capite più alti del mondo, scopre che il suo basta appena per sopravvivere. Infatti, oltre i 65 anni non ci sono solo la pensione o il riposo, ma anche uno «stipendio» ridotto che può trasformarsi in noia, emarginazione, solitudine, disinformazione, povertà. Le cifre parlano chiaro. Degli oltre 40’000 anziani che vivono in Ticino il 25 per cento può essere considerato statisticamente povero, il doppio rispetto alla media svizzera. Si tratta di 10’000 persone che ricorrono alla prestazione complementare per arrotondare un’AVS da fame. Situazioni che non possono essere dimenticate, anche se non rappresentano la condizione di tutti gli anziani. Per quel 25 per cento vivere significa fare i conti con una disponibilità garantita (esclusi affitto e cassa malati) di 1’075 franchi al mese da soli e di 1’600 in coppia. Minimi vitali; così sono stati definiti, ma per un meccanismo perverso c’è anche chi, a quel minimo, non ci arriva.
Per questi, ma anche per altri più «fortunati», il confronto è con i limiti di una previdenza che rischia di esser costrittiva e riduttiva: non tutti gli anziani sono fatti per il riposo, l’isolamento o la vita spartana, come lascerebbero intendere i 12 franchi e 80 al giorno concessi dalla prestazione complementare per il nutrimento, oppure i 105 franchi mensili per soddisfare quei bisogni «consumistici» chiamati vacanze, divertimenti, hobby. Per sigarette e bevande poi, che spesso significano qualche ora al bar per rompere il cerchio della solitudine, il legislatore ha destinato 1.80 al giorno.
«Cifre e calcoli umilianti per chi ha lavorato onestamente una vita intera». Sono parole di uno dei tanti anziani che hanno accettato di raccontare davanti alle telecamere di «T.T.T» la loro esperienza, mostrando il volto, nemmeno troppo nascosto, di una vecchiaia vissuta come condanna.

Gli intervistati sono: A. Bisig: anziana; L. Camponovo: anziana; F. Camponovo: anziano; R. Gallman: anziana; G. Andreazzi: anziana; O. Donati: anziano; D. Fontana: anziana.

Devi essere registrato in per poter aggiungere un commento
Non ci sono ancora commenti!
6 aprile 2023
56 visualizzazioni
0 likes
0 preferiti
0 commenti
0 dossier
00:27:49
Già 1,400 documenti associati a 1990 - 1999

Le nostre vite: un secolo di storia degli svizzeri attraverso le loro immagini

La rete:
Sponsor:
11,539
3,168
© 2024 di FONSART. Tutti i diritti riservati. Sviluppato da High on Pixels.