Gennaio 1985, nasce la «Rete 2» della RSI
Gennaio 1985, nasce la «Rete 2» della RSI
Nella storia della radiotelevisione svizzera di lingua italiana intitolata «Voce e Specchio» (Locarno, 2009), la storica Ruth Hungerbuhler ha scritto il capitolo che descrive la nascita della Rete 2 della RSI. Il suo saggio s’intitola «Dall’allentamento del monopolio alla sfida della convergenza (1982-2008)» e, alla luce documenti interni all’azienda, mette in evidenza [pp. 220-223] come nei primi tre anni di esistenza dalla nuova rete radiofonica la natura della sua identità era stata oggetto di accese discussioni.
Già nel 1984, per esempio, Luciano Marconi (futuro redattore di Rete 2, allora responsabile della «Radio delle regioni»), nelle pagine del Progetto per la 2. Rete Radio, scriveva: «ma se dieci redattori preparano – con la massima cura – programmi fruiti da dieci ascoltatori, non si può dire che si realizzi un fatto di comunicazione sociale (o di massa)». Tuttavia, alla fine del 1985, Dino Balestra, allora Direttore dei programmi, ribadiva che: «la Seconda Rete ha un’importanza fondamentale nel contribuire alla riflessione e alla crescita culturale nella Svizzera italiana, e questo indipendentemente dagli indici di ascolto.»
Il palinsesto di Rete 2 ebbe inizio sabato 5 gennaio 1985. L’esame del settimanale «Tele Radio 7» in edicola per descrivere i programmi radiotelevisivi dal 5 all’11 gennaio 1985 mostra che sabato 5 e domenica 6 furono giornate radiofoniche di sola musica e che il cosiddetto «parlato» prese avvio la mattina di lunedì 7 gennaio con una intervista allo psicanalista Cesare Musatti, andata in onda alle 10:15 nel contesto del programma del mattino denominato «Il frangitempo». Il successivo programma «parlato» – «Il mondo delle immagini» di Claudio Nembrini – andò in onda la sera, alle 19:30.
Ciò che da quel giorno in poi sarebbe stata Rete 2 lo si legge a pagina 12 dello stesso numero di «Tele Radio 7»:
La «Rete 2», un’alternativa di riflessione e approfondimento
La Rete 2, oltre a voler essere complementare alla Rete 1, intende proporre anche un’alternativa «… all’offerta a volte chiassosa e petulante delle radio private», come sottolinea il caporete Franco Pool. Sarà in pratica un programma di riflessione, di approfondimento su determinati argomenti con una colonna musicale intesa a educare il gusto estetico del pubblico: questo non significa solo musica classica o seria, dato che verranno proposti anche altri generi musicali corredati a volte da un commento, in modo da metterne in evidenza gli aspetti che vanno al di là della fruizione immediata. Per quanto riguarda i programmi parlati, verrà messo l’accento sull’informazione culturale con la quale si seguiranno le manifestazioni di vario genere che animano la vita culturale del nostro Paese ma anche quelle al di là delle nostre frontiere: servizi, interviste e commenti saranno effettuati sia dai redattori della Rete 2 come pure dai vari corrispondenti in Svizzera e all’estero. Nei nuovi schemi di programma figurano inoltre rubriche che hanno la funzione di promuovere il dibattito culturale dei nostri tempi, tenendo conto anche di problematiche attuali quali la difesa dell’ambiente, il progresso della scienza, il nuovo mondo dell’informatica e così via. Per quanto riguarda la produzione teatrale della Rete 2, sono previste emissioni regolari di radioteatro che già in passato hanno dimostrato di accogliere i favori del pubblico. Infine, in una fascia oraria privilegiata di ascolto — cioè nel secondo pomeriggio tra le 16.30 e le 18.30 — andrà in onda una trasmissione che intende tenere stretti contatti con il paese reale, la sua cultura e i suoi problemi, aprendo il microfono anche al pubblico e in particolare a determinate categorie come quelle dei più giovani e degli anziani. Il contatto con il resto del mondo sarà invece mantenuto mediante i radiogiornali d’attualità diffusi in collegamento diretto con Rete 1.
Andato in onda lunedì 7 gennaio 1985, il documento qui pubblicato è il primo servizio giornalistico «parlato» di Rete 2. Si tratta di una intervista di Cecilia Ghelli allo psicologo e psicanalista Cesare Musatti (1897-1989), il quale aveva da poco pubblicato «Mia sorella gemella la psicoanalisi» e «Questa notte ho fatto un sogno». Curati prima da Enrico Lombardi, poi da Lorenzo De Carli, gli «Incontri» de «Il frangitempo» andarono in onda dal 1985 al 1988.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.