Luciano Sgrizzi. In memoriam
Luciano Sgrizzi. In memoriam
Questo servizio andò in onda il 18 settembre 1994 nel programma televisivo «Musica & Musica». È un ritratto del Ritratto del clavicembalista e compositore Luciano Sgrizzi nato a Bologna nel 1910 e morto a Lugano nel 1994. L’intervista raccolta da Carlo Piccardi nel 1980 è accompagnata da interpretazioni d’archivio.
Carlo Piccardi è l’autore della voce che l’Enciclopedia Treccani dedica a Luciano Sgrizzi. Ne trascriviamo un paragrafo dedicato all’arrivo del musicista nel Canton Ticino:
Nel 1947 si trasferì a Lugano iniziando a collaborare con la Radio della Svizzera italiana (RSI); avviò la rubrica Fantasticando al pianoforte, tenne cronache letterarie, scrisse radiodrammi (La pistola del marchese di Rufignac, 1949; Bolero, 1951; La lunga strada, 1955) e adattamenti di opere, operette, commedie e drammi; soprattutto operò come pianista accompagnatore, attività diventata esclusiva nel 1949, con contratto fisso dal 1951 e protratta regolarmente fino al 1974. Nel 1948 suonò per la prima volta su un clavicembalo: la scoperta di questa sonorità innescò un orientamento retrospettivo che legò poi durevolmente il suo nome al recupero del repertorio antico. Gradualmente coinvolto da Edwin Loehrer nell’attività del Coro della RSI, dal 1950, come continuista, trascrittore e revisore soprattutto di musiche del Cinquecento, Seicento e Settecento, partecipò alla stagione che negli anni Sessanta portò alla notorietà internazionale le registrazioni della Società Cameristica di Lugano (emanazione del coro radiofonico), di cui fu fondatore nel 1961. In parallelo, attraverso il disco si fece conoscere come virtuoso del clavicembalo e del fortepiano, tenendo concerti e partecipando a vari festival internazionali: Salisburgo, Ascona, Stresa, Spoleto, Roma, Napoli, Bari, Milano, Torino, Brescia, Padova, Parigi (Marais, Festival Estival, Maison de l’ORTF), Lione, Tolosa, Liegi, Fiandre, Barcellona, Praga, Ginevra e così via. Nel 1970 perse un occhio in un incidente stradale, il che peraltro non gli impedì di proseguire l’attività concertistica e di diventare uno dei maggiori interpreti della musica clavicembalistica del Seicento e del Settecento.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.