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Enrico “Nani” Filippini (1932 – 1988)

21 luglio 1988
Jean Olaniszyn

Enrico “Nani” Filippini (Locarno, 21 maggio 1932 – Roma, 21 luglio 1988), giornalista e traduttore svizzero-italiano, originario della Vallemaggia. Dal 1950 inizia a disegnare e dipingere. Nel 1951 consegue il diploma magistrale a Locarno e insegna alle elementari di Ascona. Nel 1952 sposa Ruth Schmidhauser (figlia della pianista Alice Spinner e del filosofo Julius Schmidhauser, nonché sorella del famoso Hannes, attore, regista, artista, grande sportivo, prima ciclista poi calciatore) e nello stesso anno nasce la loro figlia Concita. Nani e Ruth divorziano nel 1957. Dal 1954 Enrico Filippini studia filosofia all’Università degli Studi di Milano, allievo di Antonio Banfi e Enzo Paci. Si perfeziona a Berlino, Monaco e Parigi, laureandosi nel 1959 con Aldo Visalberghi. Dal 1959 al 1968 lavora come consulente letterario, editor e traduttore presso Feltrinelli, il Saggiatore di Alberto Mondadori e Bompiani.

Trasferitosi a Roma nel 1976, collaborò per dodici anni con "La Repubblica", curando le pagine culturali. Una selezione dei quasi cinquecento articoli scritti per il quotidiano venne pubblicata da Einaudi, nel 1990, in una raccolta dal titolo “La verità del gatto”, con una introduzione di Umberto Eco. Enrico Filippini fu cofondatore del Gruppo 63. Tradusse pensatori narratori di lingua tedesca quali Edmund Husserl, Walter Benjamin, Uwe Johnson, Walter Benjamin, Ludwig Binswanger, Hans Magnus Enzensberger, Friedrich Dürrenmatt, Thomas Mann, Max Frisch e Günter Grass. In un secondo momento portò in Italia voci importanti della letteratura ispanoamericana: un nome per tutti, Gabriel García Márquez di cui era grande amico. Autore di testi narrativi e teatrali, insieme a Nanni Balestrini e a Valerio Riva diede vita al Gruppo 63, esperienza che negli anni Sessanta riunì gli scrittori della neoavanguardia. Dal 1976 divenne una delle firme più prestigiose della pagina culturale de «la Repubblica». Negli anni ’80 realizzò diversi programmi per la Rai e sceneggiature cinematografiche. L’ultimo periodo della sua vita, segnato dalla malattia e dal viaggio di ritorno verso la terra natia, la Vallemaggia, è narrato nel racconto postumo “L’ultimo viaggio” (Feltrinelli, 1991).

Enrico “Nani” Filippini muore a Roma il 21 luglio 1988 all’età di 56 anni.

“Un giorno mi chiesero di scrivere […] cosa erano stati gli anni a Milano tra Cinquanta e Sessanta. Io scrissi che in quell’epoca a Milano l’unica persona che valeva la pena di incontrare era Nani Filippini”, così scrive Valerio Riva nel luglio 1988, due giorni dopo la prematura scomparsa di Enrico Filippini, sulle colonne del «Corriere della sera» ricordando l’amico Nani col quale aveva condiviso per quasi dieci anni una stanzetta all’ultimo piano di Via Andegari 6: “In dieci anni lì dentro era stato inventato un modo di fare cultura in Italia che, lo dico oggi col dolore, il rispetto e l’orgoglio della morte, non è mai più stato ripetuto”.

Immagine:

Enrico Filippini (sulla destra) con lo scrittore e artista tedesco Gunter Grass, Milano, anni Settanta (fotografia di Mario Dondero).

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Jean Olaniszyn
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18 febbraio 2023
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