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Corteo antifascista a Bellinzona

Corteo antifascista a Bellinzona

24 maggio 1931
Fondazione Pellegrini Canevascini

Titolo: Veduta sul corteo antifascista della Gioventù socialista svizzera in fondo al Viale stazione, verso Piazza Collegiata

Autore: Non identificato

Data: 24 maggio 1931

Dimensioni (cm): 8,7×13,9

Fondo di provenienza: Libera Stampa

Segnatura: 01405_02

Riproduzione: Vietata, salvo autorizzazione della FPC

Se l'immagine di una folla che sfila lungo il viale della Stazione a Bellinzona, portando bandiere e striscioni, è abbastanza frequente, diverso è il caso di scritte in tedesco. A che cosa si deve questa particolare circostanza? Il 24 maggio 1931, domenica di Pentecoste, il movimento dei Giovani Socialisti Svizzeri organizza una manifestazione antifascista. Il grande successo elettorale dei nazisti in Germania, che permette il passaggio da 12 a 107 deputati al Reichstag, ha rafforzato i timori sul futuro anche a nord delle Alpi; tuttavia in Ticino ci si batte già da un decennio contro i movimenti di estrema destra e il lassismo con cui i partiti storici guardano a questi nuovi protagonisti della politica. Perciò il ritrovo dei manifestanti antifascisti è la stazione di Bellinzona, da dove il corteo sfila fino in piazza Indipendenza; sotto l'obelisco prendono la parola diversi oratori: Robert Grimm, Edoardo Zeli, Guglielmo Canevascini. I valori sottolineati dai giovani socialisti sono quelli della fratellanza e del pacifismo. Siamo ancora in una fase iniziale del confronto; più avanti ci si dovrà preparare allo scontro, alla violenza, alla replica colpo su colpo.

Libera Stampa, in quei tempi in cui anche da noi cominciano a nascere i periodici illustrati, non è ancora abituata ad utilizzare la fotografia per la cronaca; pubblicherà le fotografie della manifestazione (una decina) nel numero del primo maggio 1932, quasi un anno dopo.

Questo fatto contribuisce a suscitare alcuni errori nella storiografia. La protesta socialista sarà ad esempio erroneamente collegata al 1932 da Mauro Cerutti in Fra Roma e Berna, libro peraltro pietra miliare per lo studio del periodo. Un altro esempio curioso legato alla serie di fotografie della manifestazione riguarda Robert Grimm. Nel suo album di famiglia, riprodotto nella biografia pubblicata nel 2012, l'immagine del suo discorso porta l'indicazione "Lugano. Jugendtag". Essendo stata scelta per la copertina del libro, venne chiesto alla FPC di confermare il luogo e di indicare l'anno: l'obelisco era visibile solo di striscio, per cui dovemmo fotografare la piazza dalla stessa posizione per convincere gli autori che gli edifici sullo sfondo erano gli stessi registrati dalla pellicola nel 1931. Perciò la didascalia della foto pubblicata non corrisponde alla scritta dell'album di Grimm. Questi due esempi confermano le cautele da prendere nell'utilizzare documenti fotografici a fini storiografici.

Oltre a questa, qui potete trovare altre fotografie del corteo antifascista del 1931.

La Fondazione Pellegrini Canevascini gestisce e conserva un centinaio di fondi archivistici, che contengono documenti cartacei, migliaia di fotografie, registrazioni sonore e documenti audiovisivi.

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15 novembre 2017
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