Le informazioni di membri e visitatori sono analizzate in modo anonimo per fornire il miglior servizio possibile e rispondere a tutte le esigenze. Questo sito utilizza anche dei cookies, ad esempio per analizzare il traffico. Puoi specificare le condizioni di archiviazione e accesso ai cookies nel tuo browser. Per saperne di più.
È online la nuova piattaforma nazionale: historiaHelvetica.ch

Baruffe politiche ticinesi 1

7 maggio 1984
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Nell'Ottocento, la vita politica ticinese è stata caratterizzata più che dal confronto civile tra schieramenti politici, dalla contrapposizione tra clan o fazioni. Le vicende opponevano in principio due partiti o correnti: i liberali, fautori di una politica riformista, progressista e tendenzialmente centralistica, e i conservatori, custodi delle autonomie locali e delle istituzioni tradizionali. I primi propugnavano uno Stato forte, l'unificazione del paese e l'uniformità delle leggi; i secondi volevano uno Stato garante degli usi e costumi particolaristici.

Le questioni politiche si dibattevano però anche in piazza e nelle osterie, con insulti, scazzottate, risse cruente e nei casi più gravi con veri e propri sollevamenti armati. Le ragioni dell'antagonismo erano molteplici: rapporti tra potere statale e istituzioni locali, ruolo della Chiesa, educazione del popolo, pubbliche libertà. Su queste scelte s'innestavano rivalità e gelosie regionali, antagonismi sociali, risentimenti faziosi; dall'esterno influivano la politica dello Stato federale e l'atteggiamento verso i movimenti nazionali italiani.

In un sistema imperfettamente democratico, chi deteneva il potere occupava le istituzioni e usava la corruzione per impedire l'alternanza politica. L'intransigenza degenerò talvolta in scontro cruento, come nel 1839-41, nel 1855, nel 1876 e nel 1890.

Le questioni religiose ed ecclesiastiche erano spesso al centro delle diatribe più accese: alla tendenza anticlericale dei radicali, favorevoli all'incameramento dei beni ecclesiastici, alla scuola laica e al controllo statale sulla Chiesa e sul clero, si contrapponeva l'intransigenza dei conservatori, in difesa delle prerogative ecclesiastiche e dell'identità cattolica del Ticino.

Dopo il 1890, la pacificazione è stata in buona parte il risultato di una mediazione federale, che impone la collaborazione tra i partiti, dopo che il Ticino si era guadagnato la fama di "discolo" in seno alla famiglia elvetica.

Indicizzazione delle sequenze:

Radiografia della violenza (1'00''-5'30'')

Liberali contro conservatori (5'31-11'21'')

I carabinieri, braccio armato dei liberali (11'22-13'49)

I radicali e lo Stato laico (13'50-19'38'')

Tensioni internazionali e antagonismi locali (19'39''-26'54'')

Conflitto tra Stato e Chiesa (26'55''-33'47'')

Squilibri economici e rivalità regionali (33'48''-40'30'')

Intransigenza liberale, esclusivismo conservatore (40'31''-47'44'')

Dal mutamento sociale al rivolgimento politico (47'45''-53'25'')

Mediazione e pacificazione (53'26-57'34'')

Devi essere registrato in per poter aggiungere un commento
Non ci sono ancora commenti!

Le nostre vite: un secolo di storia degli svizzeri attraverso le loro immagini

La rete:
Sponsor:
11,464
3,155
© 2024 di FONSART. Tutti i diritti riservati. Sviluppato da High on Pixels.