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Percorsi dell’Ottocento: 11 — La riscossione dei dazi

1 gennaio 2004
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Questo servizio di Gianni Padlina, Patrizio Malaguerra e Mario Realini andò in onda il primo gennaio 2004 nel programma televisivo «Il Quotidiano». Quindicesimo, è l’ultimo di una serie di servizi dedicati all’Ottocento ticinese, andati in onda prevalentemente nel 2003, anno nel corso del quale si ricordarono i duecento anni dall’Atto di Mediazione, cioè a dire la risoluzione con la quale Napoleone Bonaparte attribuì, il 19 febbraio 1803, alla Svizzera una nuova Costituzione di stampo maggiormente federalistico e dunque con maggiori poteri attribuiti ai Cantoni, occasionando in tal modo anche la nascita del Canton Ticino, assieme con Argovia, Turgovia, Vaud, San Gallo e Grigioni.

Nel 1803 fu, quindi, posta la prima pietra dell’edificazione dello Stato cantonale ticinese, in un territorio povero, privo di infrastrutture, a cominciare dagli edifici in cui ospitare governo e parlamento, che dovettero adattarsi a chiedere ospitalità ai conventi di frati e monache. Occorreva porre in cantiere un’opera colossale di “incivilimento” del paese, adeguare il sistema legislativo ai tempi nuovi, costruire strade per favorire traffici e collegamenti interni tra i centri di pianura e di montagna, promuovere lo sviluppo economico e sociale in tutte le sue forme. Ma l’opera più difficile si sarebbe rivelata la formazione dei nuovi “cittadini”, che non più “sudditi” faticavano ad accettare orizzonti politici più aperti, a superare la separazione delle coscienze e a riconoscersi nei valori della patria comune.

Fino al 1848, la maggior fonte di entrate per le finanze statali era rappresentata dalle dogane, dai dazi e dai pedaggi sulle merci e le persone che arrivavano, lasciavano o transitavano sul territorio cantonale. Lo storico Marco Marcacci ne parla in questo servizio.

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31 marzo 2021
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