Le informazioni di membri e visitatori sono analizzate in modo anonimo per fornire il miglior servizio possibile e rispondere a tutte le esigenze. Questo sito utilizza anche dei cookies, ad esempio per analizzare il traffico. Puoi specificare le condizioni di archiviazione e accesso ai cookies nel tuo browser. Per saperne di più.
È online la nuova piattaforma nazionale: historiaHelvetica.ch

Intervista a Mariadele Patriarca “I racconti dello zio Güstin”

16 settembre 2016
Atte-Museo della Memoria

Intervista del 2016 di Maria Grazia Bonazzetti Pelli, realizzazione di Giorgio De Falco

Biografia di Mariadele Patriarca

Nata il 15 luglio 1954 a Torricella, libraia per vocazione, da piccola ha avuto la fortuna di avere un anziano prozio raccontastorie “ul zio Güstin” (Augusto Patriarca 1892 - 1973) .

Come ricorda la stessa Mariadele, era per loro "ul zio di stòri". Quando veniva in visita, arrivava di solito in serata, prima di cena, con la sua camminata lenta incedeva verso la cucina passando dal “laburatori”, il locale dove il padre di Mariadele, panettiere, pasticcere, confettiere e gelatiere lavorava. E lui, entrando, diceva sempre a voce alta :”Oh da cà, gh’è queidunn?" Qualcuno c'era sempre e ul zio Güstin era accolto con tutti gli onori.

La cucina era anche salotto, grande, con il divano, sempre accogliente. Fresca d’estate, d’inverno invece la "stufa economica" e il forno del pane confinante davano un bel tepore all'ambiente. Lui, aveva il suo posto fisso, su un bel cuscino, “in dal bancon” davanti al caminetto.

Appena i fratelli sentivano che era arrivato, ruzzolavano correndo giù dalla scala, e ancora ansimanti si sedevano. Mariadele era già seduta sul "cadreghin" impagliato, fatto fare apposta per lei. Si mettevamo in cerchio e la mamma, nel frattempo, aveva già preso e messo sulla mensola del camino "un bücer da quel bon". Lui frugava nella tasca destra dei pantaloni, a cercare la fedele pipa. Poi, frugava in quella sinistra, a cercare la scatoletta del tabacco. E con il pollice, adagio, schiacciava il tabacco nella pipa. Ma non l'accendeva ... si fermava a guardare il suo pubblico, con i suoi begli occhi ridenti.

Quando non riuscivano più a stare fermi, capiva che aveva tutta la loro attenzione e finalmente, arrivavano le due parole magiche "Na völta”........

Lo zio Güstin era conosciuto in tutto il villaggio, tutti amavano sentirlo raccontare. Le sue erano storie vere, storie accadute in famiglia, oppure cose strane, avvenimenti, storie d'emigrazione, aneddoti divertenti..

Mariadele ha ripreso la tradizione di famiglia e continua a raccontare rigorosamente in dialetto “i stòri dal zio Güstin”, organizzando serate pubbliche, incontri e corsi con adulti e bambini.

Vai al dossier Intervista a Mariadele Patriarca “I racconti dello zio Güstin” cliccando qua

Vai al dossier TESTIMONIANZE - Museo della Memoria cliccando qua

Archivio Museo della Memoria: MDM0274

Devi essere registrato in per poter aggiungere un commento
Non ci sono ancora commenti!
10 febbraio 2021
155 visualizzazioni
0 likes
0 preferiti
0 commenti
2 dossier

Le nostre vite: un secolo di storia degli svizzeri attraverso le loro immagini

La rete:
Sponsor:
11,495
3,160
© 2024 di FONSART. Tutti i diritti riservati. Sviluppato da High on Pixels.