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Dalle sezioni ai «livelli»

17 marzo 1986
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Descrivendo nel 1977 le caratteristiche salienti della Scuola Media Unica istituita nel Canton Ticino, Franco Lepori scriveva: «il secondo biennio della scuola media prevede la suddivisione degli allievi in due sezioni come forma organizzativa già collaudata e generalizzabile senza eccessivi rischi; questa forma organizzativa è esplicitamente riconosciuta come transitoria: mediante opportune esperienze sarà possibile superare il modello sezionale, in favore di una struttura scolastica più avanzata. »

D'altronde, il rapporto di maggioranza della Commissione speciale del Gran Consiglio per l'esame del disegno di legge sulla scuola media del 1974 diceva: «nella persuasione che le strutture scolastiche sono soggette a rapida evoluzione e a sempre possibili mutamenti, la suddivisione nelle sezioni A e B non deve essere considerata quale scelta definitiva, ma dovrà essere considerata e riveduta nell'ambito dell'esperienza dei primi anni della scuola media, nella ricerca della soluzione che, se possibile, permetta di superare questo dualismo e di giungere a una concezione più unitaria della scuola. In altre parole, questa suddivisione va considerata quale fase di transizione, anche in considerazione del passaggio dall'attuale al nuovo sistema» La Scuola Media Unica era dunque, fin dall'inizio, un progetto in fieri, suscettibile di modifiche in base alle esperienze acquisite.

Il 17 marzo 1986 in Gran Consiglio ci fu un dibattito su una riforma della Scuola media, che prevedeva la soppressione delle sezioni A e B in favore dell'istituzione di un sistema di livelli. La sera stessa, la trasmissione televisiva «Il Quotidiano», mandò in onda questo servizio di Fabio Dozio nel quale Antonio Cavadini e Alexander Von Wyttenbach esprimono opinioni divergenti.

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11 giugno 2018
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