Le filodrammatiche della Svizzera Italiana. Seconda parte
Le filodrammatiche della Svizzera Italiana. Seconda parte
Vittorio Barino e Francesco Canova sono gli autori di questo servizio andato in onda il 12 settembre 1993 nel programma televisivo «Rebus». È un viaggio attraverso il teatro amatoriale di casa nostra, seguendo l’attività di queste compagnie teatrali:
- Filodrammatica Cristoforo Colombo di Ginevra (“Statue in bilico” di Cecilia Scolari
- Filodrammatica Blenio di Acquarossa (“Votazion comünai” di Cirillo Beretta)
- Filodrammatica Pulcinella di Magadino (“El scior giüdass” da “La brocca rotta” di Heinrich Von Kleist)
- Filodrammatica La Ribalta di Lugano (“Il penultimo scalino” di Sammy Fayad)
Gli intervistati sono: C. Scolari: regista della Filodrammatica Cristoforo Colombo di Ginevra; C. Beretta: autore, Acquarossa; R. Cioccari: regista della Filodrammatica Blenio di Acquarossa; L: Zanolli: professore al Liceo di Bellinzona; N. Sargenti Bertoliatti: autrice, regista della Filodrammatica Pulcinella di Magadino; I. Maroni: capo Dicastero Cultura, Magadino; S. Zemanek: segretario della Federazione Filodrammatiche della Svizzera Italiana (FFSI).
Nelle pagine del settimanale «Teleradio», la prima puntata della serie di due episodi veniva presentata con queste parole:
Un itinerario attraverso la realtà delle filodrammatiche di casa nostra rappresenta sempre un’operazione di estremo interesse e arricchimento spirituale: non fosse altro che per l’aspetto umano del dilettante che si cimenta con il teatro.
Sono una trentina, sulle cinquanta esistenti, le compagnie affiliate alla F.f.s.i. (Federazione filodrammatiche della Svizzera italiana) che operano alle nostre latitudini. Da quella in cima a una valle, alla cittadina. Si esprimono in dialetto come in lingua. Prediligono la farsa oppure il classico; l’autore casareccio a Molière.
Un teatro “minore” che affascina e induce al rischio del palcoscenico. Questi idealisti non lesinano fatiche e rinunce per il richiamo della recita: tutti con intenti diversi, dal divertimento più ingenuo alla ricerca di un’affermazione.
Qualche volta snobbati dai palati più esigenti, eppure amati e reclamati dalle platee domestiche, più che ricavare ci rimettono sovente del loro.
Un applauso, una cena a fine spettacolo li gratifica. Puri “servitori” del teatro, al di là delle loro carenze come di insospettati acuti di professionalità, i filodrammatici del nostro teatro amatoriale hanno saputo ritagliarsi una loro area di autenticità nel panorama culturale della Svizzera italiana.
Conosciamoli nella serie “Le filodrammatiche della Svizzera italiana” di Francesco Canova, che inizia domenica sera alla Tsi.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.