Parlami in «rügin»: «El so oden al verbava in sedes»
Parlami in «rügin»: «El so oden al verbava in sedes»
Raffaele Lorenzetti e Fabio Bonetti sono gli autori di questo servizio andato in onda il primo dicembre 1982 nel programma televisivo «Segni». Girato in Val Colla e nella confinante Val Cavargna, è un viaggio alla scoperta dell’antico mestiere del magnano (stagnino), diffuso soprattutto in Val Colla e in Val Cavargna. Gli stagnini crearono anche un particolare dialetto denominato «rügin», una lingua segreta per scambiarsi le informazioni e i segreti del mestiere. Con la scomparsa delle stoviglie di rame dall’uso domestico è cessata anche l’attività di questo antico mestiere, e con gli stagnini si anche è estinto il loro particolare gergo segreto.
A pagina 10 del settimanale «Teleradio» in edicola per la settimana dal 27 novembre al 3 dicembre 1982 si leggeva la presentazione del documentario di Raffaele Lorenzetti e Fabio Bonetti:
Parlavano in «rügin», una lingua segreta. Chi? I magnani della Val Colla. E anche quelli della Val Cavargna. «Ghè chi ‘I magnan!». I meno giovani si ricorderanno sicuramente ancora di questi lavoratori che, con l’ausilio di pochi strumenti (l’incudinella, il martello, il mantice, la forgia, la ciodera, la forbice, l’acido crudo e cotto, Io stagno) giungevano nei paesi a stagnar pignatte. Originati dalla mancanza, nelle loro valli d’origine, di sbocchi nelle attività agricole o artigianali, i calderai, al pari di altri ambulanti come arrotini, spazzacamini e ombrellai, erano costretti a vivere alla giornata. La precarietà, l’instabilità e la stagionalità del loro lavoro ne facevano una categoria di marginali che svilupparono un sistema culturale loro proprio, diverso, da quello tradizionale della civiltà contadina. La necessità di riconoscersi, di difendersi e di custodire i segreti del mestiere, spinse i magnani ad inventare un gergo: il «rügin». Con la scomparsa del rame dall’uso domestico è cessata anche l’attività degli stagnini. E con loro si è estinto il loro gergo segreto. Una nostra squadra ha incontrato i pochi ramai superstiti.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.