Le valanghe del 1667
Le valanghe del 1667
2° premio al concorso ATTE-MdM-Video Autori Ticino 2017.
Nel gennaio del 1667 circa 150 vittime perirono sotto la valanga.
Negli ultimi cinque secoli, nella Svizzera italiana, almeno 500 persone hanno perso la vita travolte da immense quantità di neve rovinate a valle.
In occasione del 350.mo della caduta delle valanghe nelle valli di Leventina e Blenio, gli autori tornano sui luoghi delle catastrofi e, grazie a documenti e stampe dell’epoca, arricchite da immagini odierne, ricordano i tragici avvenimenti, raccontati dall’attore Pietro Aiani.
Giovanni Rigolo scrisse nel 1667 per Anzonico, dove cadde la chiesa parrocchiale con il campanile e altri edifici e dove perirono 88 persone. Furono trovati vivi alcuni individui anche dopo otto giorni passati sotto la spessa coltre di neve. In seguito al disastro molti furono costretti a emigrare
Don Carlo Antonio Fontana lasciò testimonianza scritta per Corzoneso/Cumiasca. Dopo tanti giorni di sereno nevicò molto, fino all’altezza di una persona e il 19 di gennaio un’enorme valanga rovinò fino al piano, travolgendo tutto ciò che incontrava, comprese persone e animali.
I ripari valangari realizzati sotto il Pizzo Erra, testimoniano della cura e attenzione che si hanno al giorno d’oggi, nel tentativo di evitare disastri ambientali e proteggere la popolazione.
Gli AUTORI
Alberto Fumagalli, classe 1949,di origini luganesi, frequenta le scuole dell'obbligo e l'apprendistato a Bellinzona. Dopo un periodo nella Svizzera tedesca nel ramo della telefonia, dal 1972 al 2009 lavora per le allora PTT come tecnico per le misurazioni e la rimozione dei guasti e poi come specialista di telecomunicazione.
E' ufficiale del Reggimento fanteria di montagna 30.
Dal 2009 felicemente in pensione, è impegnato su più fronti… ma, soprattutto, come video autore nei club ABCD Bellinzona e VAL Lamone.
ABCD, Associazione Bellinzonese Cine-video Dilettanti abcdvideo.ch
VAL, Video Autori Lamone-Cadempino movieval.ch
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Archivio Museo della Memoria: MDM0492
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.