Pittura romanica in Ticino – Seconda parte
Pittura romanica in Ticino – Seconda parte
Piero Bianconi scrisse il testo di questo servizio di Fabio Bonetti, andato in onda il 10 dicembre 1971 nel programma televisivo «Situazioni e testimonianze». È la seconda parte di due puntate complessivamente intitolate: «Pittura romanica in Ticino» ed è un viaggio nelle chiese della Svizzera Italiana alla scoperta degli affreschi risalenti all’epoca romanica.
Prima parte, curata da Piero Bianconi
Una buona introduzione al Romanico in Ticino si legge nelle pagine dell’enciclopedia «Treccani», dalla quale trascriviamo alcuni passi:
[…] Una particolarità del Ticino nell’ambito dell’architettura romanica della Svizzera è rappresentata dalle numerose chiese biabsidate (Chironico, Corzoneso, Prugiasco-Negrentino, Cademario, Semione, Malvaglia), che solo in pochissimi casi sono frutto di un’unica fase costruttiva. In alcune di queste chiese si sono conservati importanti resti di pittura murale romanica, come per esempio nella chiesa di S. Carlo a Prugiasco-Negrentino, posta su un’antica mulattiera sulla valle di Blenio che portava dalla Leventina al passo di Nara. La parete interna occidentale mostra qui, in un armonico accordo coloristico, il Cristo apocalittico affiancato dal collegio degli apostoli, presumibilmente una versione abbreviata del Giudizio universale. Lo stile ‘bizantineggiante’ mette in relazione le pitture con tutto un gruppo di affreschi dell’Italia settentrionale del tardo sec. 11° o degli esordi del successivo, il cui monumento principale è S. Pietro al Monte a Civate. Nel T. vanno annoverate in questo gruppo, tra le altre, le pitture di S. Maria Assunta a Sorengo e di Ss. Pietro e Paolo di Gravesano. Molto più arcaici - cioè di carattere ancora ottoniano - sembrano invece gli affreschi del cleristorio di S. Vittore a Muralto, del tardo sec. 11°; si tratta di un ciclo della Genesi di grande interesse, dove la narrazione si spiega su uno sfondo a fascia continua, come nel S. Pietro di Aosta. Già alla seconda metà del sec. 12° appartengono le pitture di Ss. Pietro e Paolo a Lugaggia-Sureggio. Di maggiore pregio rispetto al ciclo cristologico sono qui la rappresentazione di una città con l’iscrizione Mediolanum e la raffigurazione di uno struzzo, che va certamente intesa come allusione alla soprastante Risurrezione. Per la decorazione dell’abside sembra che sia stato realizzato, in epoca tardoromanica, un vero e proprio programma iconografico secondo il modello consueto, con una Maiestas Domini centrale, circondata dai quattro simboli degli evangelisti, con al di sotto la serie degli apostoli, mentre la parte superiore dell’arco trionfale è occupata in massima parte dall’Annunciazione. Tale programma si ritrova, con un carattere stilistico tutto particolare, nel S. Ambrogio a Cademario (prima metà del sec. 13°) e inoltre nel S. Virgilio a Rovio, nel S. Ambrogio a Camignolo, nel S. Materno di Ascona e in S. Remigio a Corzoneso (tutti del sec. 13°). La chiesa di S. Remigio a Corzoneso conserva inoltre altre due opere di epoca romanica, due figure in stucco dell’inizio del sec. 12°, che attualmente ornano l’altare. Altre sculture in stucco a carattere figurativo si sono inoltre conservate a S. Giorgio a Castro.Il Romanico fu per il T. un’epoca di fioritura non soltanto per ciò che riguarda l’architettura sacra, ma anche per quella profana. Tra i secc. 11° e 13° sorsero numerosi castelli che tuttora talvolta caratterizzano il paesaggio. Accanto all’impianto di Serravalle, oggi purtroppo in stato di rovina, sulla salita verso il Lucomagno, per il quale è attestato nel 1176 un soggiorno di Federico Barbarossa, va soprattutto ricordato l’imponente impianto fortificato di Bellinzona. Sorse qui, nel corso del Medioevo, uno dei più impressionanti sistemi difensivi della Svizzera, costituito da una diga di sbarramento (la Murata) e da tre castelli: il castello Grande o castel Vecchio, la cui torre è citata già nel 1198, il castello Montebello su una terrazza naturale di fronte al castello Grande, a E della città (sec. 13°), e il castello di Sasso Corbaro (o di Cima), edificato al posto di una torre ancora più a E. Anche Locarno già nel pieno Medioevo disponeva di un castello; l’attuale struttura architettonica risale tuttavia per la maggior parte al sec. 15°, quando vi risiedeva la famiglia dei Rusca. La pittura murale fu nel Tardo Medioevo di gran lunga il mezzo artistico che diede maggiori frutti. Numerose chiese ricevettero una nuova decorazione murale, la cui qualità regge il confronto con quella dell’intera Europa. Per il sec. 14° devono essere citati soprattutto gli affreschi di S. Maria Assunta a Brione in val Verzasca, i quali, insieme con quelli di Campione (enclave italiana nel Cantone del T.), e di Stugl nei Grigioni, costituiscono una delle testimonianze più notevoli della pittura giottesca nell’area alpina. Mentre a Brione si tratta di un ciclo cristologico, nelle pitture di Campione sono raffigurate scene della Vita di s. Giovanni Battista. Il loro stile, che ne attesta la realizzazione nel secondo o terzo quarto del sec. 14°, permette dei confronti con esempi dell’Italia settentrionale, quali Pomposa. È possibile stabilire una paternità norditaliana per l’affresco dei Ss. Ambrogio e Maurizio a Chironico e infatti un’iscrizione attesta che qui fu attivo intorno al 1340 un certo Petruspaulus dictus Socus di Menaggio sul lago di Como. Al sec. 14° risalgono inoltre i dipinti del cleristorio di S. Maria della Misericordia di Ascona, caratterizzati da una contrapposizione tipologica tra scene vetero e neotestamentarie, nel complesso uno dei più ampi cicli di affreschi tardogotici della Svizzera. Già tra la fine del sec. 14° e l’inizio del 15° è invece datata la ricca decorazione esterna di S. Maria dei Ghirli a Campione; la monumentale raffigurazione, che secondo l’iscrizione venne dipinta da Franco e Filippolo de’ Veris di Milano intorno al 1400, presenta un Giudizio universale, che in seguito venne copiato nel S. Ambrogio di Cademario e nel S. Mamete di Mezzovico. […]
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.