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L’«irradiatore» Hermann Scherchen a Locarno

30 aprile 1961
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Verso la metà di aprile del 1961, tutti i quotidiani ticinesi annunciarono che, giovedì 27 aprile, nella Chiesa di San Francesco a Locarno, sarebbe stato presentato il «Requiem» di Berlioz, registrato a Parigi nella Chiesa di Saint-Louis des Invalides, dai cori della Radiotelevisione francese, dall’orchestra del Teatro nazionale francese dell’opera e dal tenore Jean Giraudeaux, diretti da Hermann Scherchen usando nuovo mezzo elettronico, studiato e realizzato dal Centro elettroacustico dello stesso Herman Scherchen di Gravesano. Si trattava di una sorta di «irradiatore», per la prima volta presentato al pubblico.

L’evento fu commentato da «L’Eco di Locarno» il 4 maggio 1961 con questo articolo:

L’«irradiatore» sostituirà l’orchestra?

Venerdì scorso nella Chiesa di San Francesco, il noto direttore d’orchestra Hermann Scherchen, presentò al numeroso pubblico presente «l’irradiatore», un geniale apparecchio costruito nel suo centro elettroacustico di Gravesano, che concede una perfetta riproduzione della musica. L'apparecchio in questione ha l’aspetto di un «globo» ed è dotato di un elevato numero di altoparlanti. Durante la riproduzione, la sfera gira continuamente su sé stessa, e produce così un suono molto chiaro e naturale. Si deve indubbiamente ammettere che da un punto di vista tecnico, questo «irradiatore» è una invenzione interessantissima e importante.
Un altro discorso si deve però fare per ciò che riguarda l’intenzione dell’inventore. Quest’ultimo intende infatti usare questo apparecchio al posto di un’orchestra, abolendo in questo modo il concerto inteso in senso tradizionale.
Evidentemente un apparecchio di tale fattura elimina le spese e gli inconvenienti di trasporto che può causare un intero complesso orchestrale. Però bisogna dire che una riproduzione, anche se perfettissima, rimane sempre soltanto una riproduzione, paragonabile grosso modo, ad una trasmissione radiofonica. La presenza fisica dell’orchestra con il suo direttore, crea al contrario sempre una sua «atmosfera» di cui non si può negarne il fascino e la suggestione.
L’orchestra è un complesso estremamente delicato, composto di elementi musicali, tecnici, spirituali, umani, che creano delle sensazioni particolari, difficilmente riproducibili.
Senza dubbio possiamo accettare questa nuova invenzione come un mezzo di assoluta perfezione tecnica per la riproduzione del suono, però a nostro modo di vedere, una chiesa non è il luogo adatto per una dimostrazione del genere. Gli ascoltatori presenti vennero continuamento disturbati dai fari e si innervosirono per la continua rotazione della sfera. Così la bellezza della musica riprodotta (il Requiem di Berlioz) non potè suscitare presso il pubblico quel godimento che si raggiunge solamente con hi massima concentrazione. Por concludere diremo che questo nuovo ritrovato della scienza è indubbiamente una invenzione di notevole valore, assolutamente rivoluzionaria nel campo della riproduzione acustica, ma non riuscirà mai a sostituire l'orchestra, che è qualcosa di palpitante e di vivo e non già di meccanico.
Lars Pfenninger

Questo servizio andò in onda il 30 aprile 1961 nel «Telegiornale».

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12 gennaio 2021
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