Se parla el milanes
Se parla el milanes
Questa inchiesta di Leandro Manfrini, Enrico Morresi e Giorgio Pecorini andò in onda il 21 agosto 1990. È dedicata al dialetto lombardo che si parla nella città, dove - a pochi anni dalla fine del Novecento - non più di trecento mila abitanti hanno un po' di dimestichezza con la lingua di Carlo Porta, lo straordinario autore di opere come I desgrazzi de Giovannin Bongee o La ninetta del Verzee, che un secolo prima erano largamente diffuse e che ogni milanese mediamente colto conosceva .
L'inchiesta è una esplorazione socio-culturale di grande interesse perché documenta il dibattito politico allora molto vivace teso a recuperare, pur fra contraddizioni e speculazioni di ogni genere, le specificità e i valori locali. A storici della lingua e della letteratura, a sociolinguisti così come agli etnomusicologi non poteva sfuggire il fatto che - mentre Dante Isella aveva appena scritto I lombardi in rivolta: da Carlo Maria Maggi a Carlo Emilio Gadda e stava per scrivere L'idillio di Meulan: da Manzoni a Sereni, mostrando un linea lombarda che aveva un comune ethos e un comune uso della lingua incline a valorizzare la tradizione dialettale, e mentre Franco Loi aveva già scritto opere come Stròlegh e Teater, collocate al vertice della letteratura italiana del Novecento - sul versante politico stava prendendo piede la Lega Lombarda, espressione di reazione allo sradicamento della globalizzazione in corso.
Nell'inchiesta sentiamo le riflessioni di Franco Loi, poeta dialettale; Luciano Visentin, giornalista; Dante Isella, studioso letteratura lombarda; Franco Parenti, attore; Romano Rinaldi, pubblicista; Nanni Svampa, cantante; e Glauco Sanga, dialettologo, professore di Etnologia all'Università di Venezia.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.