«Il quotidiano in trasferta»: la Scuola dell’Infanzia di Stabio
«Il quotidiano in trasferta»: la Scuola dell’Infanzia di Stabio
Questo servizio di Eugenio Jelmini, dedicato alla Scuola dell’Infanzia — per l’occasione in visita di un gregge di pecore — concluse l’edizione dell’8 maggio 1992 del «Il quotidiano in trasferta», quando il programma televisivo fu a Stabio, da dove trasmise una diretta televisiva di poco più di un’ora. Si trattò di una produzione di Fabrizio Fazioli, nelle presentazioni dei vari servizi avvicendandosi con Eugenio Jelmini. La puntata dell’8 maggio fu la seconda da Stabio, dove la redazione del «Quotidiano» era già stata il 4 dello stesso mese, preludio di altre trasferte sul territorio in quell’estate: Gordola, Roveredo, Biasca.
A pagina 4 del settimanale «Teleradio7» in edicola per la settimana dal 3 al 9 maggio 1992 si leggeva la presentazione del ciclo di trasmissioni:
Il «Quotidiano», la popolarissima testata d’informazione regionale della TSI in onda ogni giorno alle 19, va in trasferta anche quest’anno. Le ragioni della scelta sono le solite: passare al setaccio alcune realtà di zona, divulgandone le caratteristiche a tutto il pubblico; aprire la “macchina televisiva” perché il profano possa rendersi conto di quanto complesso sia il suo funzionamento. “Il quotidiano con la gente” è a Stabio dal 4 all’8 maggio; poi si sposta a Gordola dal 18 al 22 maggio; passa a Roveredo la prima settimana di giugno e infine si trasferisce a Biasca dall’8 al 12 sempre di giugno.
“La scelta delle località — si legge in un comunicato stampa di presentazione dell’iniziativa — considera alcune tendenze attuali, che mettono a confronto la Svizzera italiana con l’emergente realtà europea”. Per esempio, questa settimana a Stabio si parlerà di frontiera. Un modo per affrontare una caratteristica del Mendrisiotto, estendendo l’approccio al contesto generale dell’Europa senza confini, in via di faticosa formazione.
Con questo taglio la trasferta del “Quotidiano” televisivo dovrebbe sottrarsi al pericolo di risultare un omaggio incestuoso alle quattro micro-regioni, riuscendo al contrario a raccontare gli aspetti generalizzabili di loro problemi, che di locale hanno solo l’origine. Quanto ad aprire le porte della tv sulla piazza del paese perché la popolazione abbia almeno l’impressione della complessità del meccanismo, l’intento è giustificabile. Ma le migliori pubbliche relazioni, per un’emittente restano i buoni programmi.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.