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Mostra fotografica "IN" Sala del Torchio

Mostra fotografica "IN" Sala del Torchio

22 gennaio 2022
Dicastero Cultura Balerna

in come dentro, all’ interno dello spazio e del tempo, è una raccolta di immagini e pensieri custoditi e catturati nello spazio di una casa abitata da donne e uomini che rappresentano coloro ai quali dobbiamo la vita e quelli che sono venuti prima di loro. Madri, padri e nonni, anziani che formano le radici sulle quali è cresciuto il nostro mondo personale e ai quali dobbiamo tutto, un tutto indivisibile, che non può essere sezionato in bene e in male.

Sono immagini e parole serrate nelle emozioni dei giorni e delle notti di poco più di un anno di tempo trascorso dentro la Casa degli Anziani di Balerna dalle donne e dagli uomini ai quali Anna Spada ha voluto rubarle per restituirgliele in questa mostra come un omaggio alla loro capacità di rispondere alle prove più insidiose con uno sguardo, un sorriso e un gesto che racchiudono tenerezza e forza.

Il progetto è nato nel corso di un colloquio informale, risalente al tempo del primo diffondersi del morbo che ha sconvolto la vita della nostra società e, nel caso specifico, del Centro degli Anziani di Balerna. In quell’occasione, Luca Janett, direttore della struttura, aveva intuito l’importanza di avere una testimonianza degli eventi che avrebbero tragicamente sconvolto la vita di tutti gli uomini e le donne che vivono e lavorano nel Centro. Quella visione era stata non soltanto condivisa da Anna, responsabile del settore Animazione, ma subito da lei trasformata in una serie di immagini, impressioni e confidenze raccolte giorno per giorno, mese dopo mese, e selezionate affinché, nel quadro di questa mostra, potessero divenire la memoria di quelli che hanno affrontato il buio della tempesta.

L’esposizione è organizzata su due livelli. Al piano terra, il visitatore è subito confrontato con il magnetismo del richiamo del ritratto che fronteggia l’entrata, in un faccia a faccia diretto, privo di intermediazioni. Seguono sulla destra, in senso antiorario, le immagini articolate sui temi della solitudine, della nostalgia e della tristezza, in un alternarsi di impressioni che, attraverso istantanee e parole rubate nell’attimo di un respiro, esprimono lo sconcerto dell’essere umano esiliato dai propri affetti.

Al livello superiore, in una sorta di contrapposizione, si rincorrono la spensieratezza, come una leggerezza d’animo che vola sulle ali della fuga e dell’evasione, il sogno, nel quale si materializzano momenti incredibili, e la speranza, che ogni cosa rende possibile. Qui le parole si alternano a immagini di grande formato, che per questa loro dimensione si proiettano con veemenza negli occhi e s’impongono nelle menti dei visitatori, e ad una sequenza di fotografie più piccole e apparentemente disarticolate, come vecchi ricordi in un cofanetto abbandonato, che invita a rovistare e a scoprire, ognuno con la propria sensibilità, tanti e diversi attimi di vita.

in ci parla della mancanza fisica della famiglia imposta dalla malattia, dell’angoscia dell’uomo solo e del profondo bisogno di cercare un’unione, con altre persone isolate come lui e con le donne e gli uomini che accanto a lui lavorano.

Le immagini non hanno come obiettivo la ricerca di una perfezione tecnica, sono piuttosto istantanee che fissano l’attimo di un’impressione. Su questa scena, il re non è l’occhio, ma l’anima.

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