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LALLA ROMANO E IL CANTON TICINO

LALLA ROMANO E IL CANTON TICINO

2004
Jean Olaniszyn

Graziella Romano, detta Lalla (Demonte, 11 novembre 1906 – Milano, 26 giugno 2001), pittrice, poetessa, scrittrice, traduttrice, giornalista e aforista italiana.

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Lalla Romano e il Canton Ticino.

Sull’opera di Lalla Romano l’artista-editore Jean Olaniszyn ha curato con Antonio Ria (compagno di Lalla) varie esposizioni con cataloghi, oltre a libri d’arte e fotografici, pubblicati (anche in coedizione) con le propria casa editrice ticinese ELR (sedi a Montagnola, Lugano e Losone).

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Immagine: particolare della biblioteca di Lalla Romano nel suo appartamento a Milano (Brera). Fotografia tratta dal libro: Alessandro Vicario, “Paesaggi d’assenza. Sulle tracce di Lalla Romano”, a cura di Antonio Ria: una ricognizione fotografica sulla casa di Lalla conservata intatta anche nel suo arredo. Edizioni ELR, Losone 2004.

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L’attività di Lalla Romano promossa dalla Casa editrice ticinese ELR di Jean Olaniszyn:

2002-2003 – Chiasso, Galleria Mosaico (13 dicembre 2002-31 gennaio 2003): «Lalla Romano pittrice. Dipinti e disegni 1922-1960». Mostra a cura di Antonio Ria e Jean Olaniszyn.

2002 – In contemporanea all'esposizione presentata alla Mosaico di Chiasso, viene pubblicato il catalogo: “Lalla Romano. Venti disegni inediti. 1938-1960”, a cura di Antonio Ria. Edizioni ELR, Lugano 2002.

2003 – In settembre vengono pubblicate alcune poesie inedite e vari disegni di Lalla Romano nel volume “Collina d’Oro. Antologia di poesie”, a cura di Antonio Ria. Volume pubblicato in occasione del convegno “La Collina d’Oro 1803-2003”, promosso dal Municipio di Montagnola - Dicastero Cultura e tempo libero per il Bicentenario del Cantone Ticino nella Confederazione. Coedizione Comune di Montagnola / Edizioni ELR, Losone 2003.

2004 – In maggio viene pubblicato dalle edizioni ticinesi ELR di Jean Olaniszyn, il libro del fotografo italiano Alessandro Vicario, “Paesaggi d’assenza. Sulle tracce di Lalla Romano”, a cura di Antonio Ria, con un testo di Roberto Signorini: una ricognizione fotografica sulla casa di Lalla conservata intatta anche nel suo arredo. Edizioni ELR, Losone 2004.

2004-2005 – Lugano, Arte all’UBS (15 settembre 2004-10 gennaio 2005): «Dipinti e disegni. 1922-1950». Mostra a cura di Antonio Ria e Jean Olaniszyn. Catalogo a cura di Antonio Ria e Jean Olaniszyn, “Lalla Romano all’UBS”. Edizioni ELR, Lugano 2004.

2006 – Lugano, Biblioteca Cantonale (7 novembre 2006-9 dicembre 2006): «Lalla Romano. Il silenzio condiviso». Mostra a cura di Antonio Ria e Luca Saltini. Catalogo a cura di Antonio Ria e Luca Saltini, con un saggio di Giuseppe Curonici sulla pittura. Coedizione Biblioteca cantonale di Lugano / Edizioni ELR, Losone 2006.

2006 – Sanremo (Imperia), Museo Civico (18 novembre 2006-7 gennaio 2007): «Lalla Romano fra scrittura e immagini della Liguria». Mostra a cura di Antonio Ria, in collaborazione con Loretta Marchi e Mara Pardini. Catalogo a cura di Antonio Ria, con un saggio di Giuseppe Curonici sulla pittura. Coedizione Comune di Sanremo / Edizioni ELR, Losone (Canton Ticino) 2006.

2006 – Alessandro Vicario, "Un Paesaggio ritrovato. A Demonte in Valle Stura sulle tracce di Lalla Romano", a cura di Antonio Ria, con testi di Gigliola Foschi e Giovanni Tesio. Coedizione Weber & Weber, Torino / Edizioni ELR, Losone, 2006.

2014 – Locarno, Centro culturale il Rivellino LDV, Sala espositiva delle edizioni ELR (10 maggio-31 maggio 2014): «La casa di Lalla Romano a Milano», mostra fotografica con catalogo, a cura di Jean Olaniszyn, Edizioni ELR, Losone 2014.

2018 – Losone, Centro culturale ‘Le Cep de Vigne’, Sala della Biblioteca del fondatore del Museo Hermann Hesse di Montagnola (9 giugno-30 giugno 2018): «Omaggio a Lalla Romano», libri, documenti, fotografie, scritti, dipinti e disegni provenienti dall’Archivio Lalla Romano delle Edizioni ELR. Mostra con catalogo a cura di Jean Olaniszyn. Edizioni ELR, Losone 2018.

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Lalla Romano

Breve bio-bibliografia

Lalla Romano è una delle figure più significative del Novecento letterario italiano. Nata a Demonte (Cuneo) nel 1906, ha frequentato l’Università di Torino conseguendo nel 1928 la laurea in Lettere. Sempre nel ’28, dopo essersi già dedicata allo studio della pittura, su suggerimento del suo professore di Storia dell’arte Lionello Venturi, è entrata nella scuola di Felice Casorati, cominciando già nel ’29 a esporre col maestro e i suoi allievi. Per alcuni anni direttrice della Biblioteca Civica di Cuneo, ha poi insegnato nelle scuole secondarie, mentre continuava la sua professione di pittrice, partecipando a mostre personali e collettive.

Durante la guerra, sfollata nelle campagne del Cuneese, ha tradotto, su richiesta di Cesare Pavese per conto della Einaudi, i “Tre racconti” di Flaubert: esperienza per lei fondamentale. Infatti proprio traducendo Flaubert ha superato la sua diffidenza verso il romanzo, scoprendo che anche la prosa può essere poesia. Aveva già scritto molte poesie (alcune confluite nella raccolta “Fiore”, del 1941); ma dopo questa esperienza ha incominciato a dedicarsi alla narrativa. È del 1951 la pubblicazione, nei «Gettoni» curati da Vittorini per Einaudi, del suo primo libro in prosa “Le metamorfosi”.

Da allora è seguita una serie cospicua di libri di narrativa, quasi tutti pubblicati da Einaudi. Tra questi: “Maria” (1953, Premio internazionale Veillon), “Tetto Murato” (1957, Premio Pavese), “Diario di Grecia” (1959; 1974), “L’uomo che parlava solo” (1961), “La penombra che abbiamo attraversato” (1964), “Le parole tra noi leggere” (1969, Premio Strega), “L’ospite” (1973), “La villeggiante” (1975), “Una giovinezza inventata” (1979), “Inseparabile” (1981), “Nei mari estremi” (1987; 1996), “Un sogno del Nord” (1989), “Le lune di Hvar” (1991), “In vacanza col buon samaritano” (1997), “Dall’ombra” (1999), “Diario ultimo”, pubblicato postumo nel 2006. Dopo “Fiore”, ha pubblicato altre raccolte di poesie, fra cui “Giovane è il tempo” (1974), fino a “Poesie” (2001), che le comprende tutte. Le sue “Opere” sono anche pubblicate in due volumi (1991-92) nei Meridiani Mondadori a cura di Cesare Segre. Il libro di conversazione con Antonio Ria, “L’eterno presente” (1998), analizza i vari momenti della sua vita, gli aspetti multiformi della sua esperienza artistica e l’insieme delle sue opere: può essere un primo utile strumento per accostarsi a Lalla Romano, come lo è altresì “Vita di Lalla Romano raccontata da lei medesima”, a cura di Ernesto Ferrero.

Un aspetto significativo della sua produzione letteraria sono i «romanzi per immagini», la maggior parte con fotografie di suo padre Roberto Romano. Fra questi: “Lettura di un’immagine” (1975), “La treccia di Tatiana” (1986, con foto di Antonio Ria), “Romanzo di figure” (1986), “Nuovo romanzo di figure” (1997: comprende anche il precedente), “Ritorno a Ponte Stura” (nome letterario del natio Demonte, 2000). Le fotografie in questi volumi diventano impalpabili segni di alterità che, attraverso la scrittura, rivelano il loro segreto.

Lalla Romano si è anche dedicata alle traduzioni: oltre al citato “Tre racconti” (1944; 2000), di Flaubert ha tradotto “L’educazione sentimentale” (1984); impegnativo il lavoro di scelta e traduzione dell’imponente “Diario” di Delacroix (1945).

«Passando» alla narrativa durante la guerra, Lalla Romano ha abbandonato la pittura. Questo antico suo esercizio è stato recentemente riproposto con varie mostre e pubblicazioni, curate da Antonio Ria, a partire dagli anni Novanta: “Lalla Romano pittrice” (1993), “Lalla Romano. Disegni” (1994), “Lalla Romano. L’esercizio della pittura” (1995), pubblicati da Einaudi. Dopo la morte di Lalla Romano, avvenuta il 26 giugno 2001, nel 2001/2002, tutta la sua opera pittorica – dipinti e disegni, editi e inediti – è stata presentata in tre mostre e in tre volumi monografici, sempre curati da Ria: “Paesaggi piemontesi”; “Ritratti, figure e nudi”; “Nature morte e fiori”. Fra gli altri cataloghi, si ricorda “Lalla Romano. La probità dell’arte. Dipinti e disegni”, scelti e introdotti da Maurizio Calvesi (Aragno 2008).

I critici (da Montale a Carlo Bo, da Calvino a Pasolini, da Segre a Ferroni) hanno indicato le chiavi interpretative dei suoi scritti, additandole innanzi tutto nella ricerca della verità, e hanno messo in evidenza la struttura fortemente sperimentale della sua scrittura, la «classicità» della sua lingua e del suo stile, in una tensione fra classicità e modernità, e il rapporto costante fra vita e letteratura. Fra tutte si ricordano le osservazioni di Montale, il quale scriveva che Lalla Romano «si è sempre mantenuta fedele a quella che potrebbe dirsi l’arte del silenzio, la capacità di parlare sottovoce...». E Giulio Ferroni nella sua “Storia della letteratura italiana”: «Lalla Romano è giunta a far parlare l’esistenza, nelle sue pieghe più intime e quotidiane, con una sorprendente e misteriosa trasparenza: ha saputo sentire la memoria del passato come qualcosa di “presente”». Sullo stile, in particolare a proposito de “L’ospite”, Pasolini osservava: «Il libro è scritto in lingua pura, eletta e selettiva: lo spirito, un certo spirito, che presiede alla lingua della poesia, presiede a questo breve romanzo in prosa, fatto come di brevi lasse, leggere e assolute». E Cesare Segre così conclude la sua introduzione ai Meridiani: «Lalla Romano ha sempre cercato una verità che non è quella fattuale, ma qualcosa di più profondo, posto in una zona impervia tra filosofia e religione».

(lallaromano.it)

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Jean Olaniszyn
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27 giugno 2023
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