Piero Bianconi intervistato da Michele Fazioli
Piero Bianconi intervistato da Michele Fazioli
Il 17 maggio 1982, il programma televisivo «Prego, s’accomodi» mandò in onda una intervista di Michele Fazioli allo scrittore Piero Bianconi.
A pagina 16 del settimanale «Teleradio 7» in edicola per la settimana dal 15 al 21 maggio 1982 si leggeva la presentazione della puntata:
Piero Bianconi, 83enne, di Minusio, scrittore, saggista, storico d’arte, traduttore, uomo di impegno letterario e civile, è da parecchi decenni uno dei protagonisti delle lettere svizzero-italiane e anche fuori del Ticino egli ha ricevuto e riceve testimonianze di stima e alti riconoscimenti. Proprio nelle scorse settimane il presidente della Repubblica italiana ha fatto pervenire a Piero Bianconi una medaglia d’oro per i suoi meriti di «Saggista, prosatore, docente e traduttore» e per avere egli «illustrato con la sua feconda e polimorfa attività la lingua e la cultura italiana», Nel 1979, quando compì 80 anni, a Piero Bianconi venne conferito il Premio Schiller, che già gli era stato in precedenza attribuito. Copiosa è la produzione letteraria del Bianconi, sia come storico dell’arte, sia come intelligente illustratore del nostro patrimonio storico e artistico, sia come ordinatore di documenti e di immagini fotografiche, sia infine come narratore. Qualche titolo, scelto fra i molti: «Occhi sul Ticino», «L’albero genealogico», «Ticino com’era», «Diario del rimorso»; ma sarebbero da citare, a decine, altre opere: dalle monografie ai saggi, ai ricordi locali, alle annotazioni. Bianconi è presente anche sul fronte del giornalismo con una finestrella editoriale sull’«Eco di Locarno», proprio negli scorsi giorni le edizioni dell’«Eco di Locarno» hanno raccolto in un volumetto dal titolo «Finestre aperte», un’ottantina di elzeviri pubblicati da Bianconi, nell’ultimo decennio, sul giornale locarnese. Ecco infine su Bianconi, un giudizio pubblicato tre anni orsono su «Il Giorno» da Giancarlo Vigorelli in occasione degli 80 anni del lo scrittore: «Nato alte porte di Locarno, precisamente a Minusio dove tuttora vive, il 31 maggio del 1899, con un piede ancora nell’Ottocento quasi per rivendicare un proprio albero genealogico anche letterario — che in non poche scelte risale in più al Settecento di Voltaire e di Diderot, di Rousseau e di de Laclos (dei quali ha tradotto alcune opere) — e con l’altro piede tutto nel Novecento, ma guardando avanti nel nuovo secolo nell’atto stesso di guardare indietro alle ombre di Stendahl, Constant, Baudelaire, Flaubert, Renand e di Samuel Butler (anche di loro ci ha dato egregie traduzioni), Bianconi, pur avendo alle spalle tutta un’ascendenza contadina di povera gente della Val Verzasca e pur essendo tuttora attaccato visceralmente alla sua terra, non è mai stato uno scrittore da rinserrare nei confini né del suo lago né delle sue valli. Già i nomi lasciati cadere sul suo cammino, ed altri delle ubriacanti letture della sua giovinezza, comprovano subito quale spirito europeo abbia da sempre sommosso la sua cultura, preordinato la sua pagina».
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.