Un pensatore al servizio dell'incivilimento e del progresso
Un pensatore al servizio dell'incivilimento e del progresso
Carlo Cattaneo (1801-1869), pensatore e uomo politico milanese, ha vissuto in esilio volontario in Ticino dal 1848 fino alla morte. I suoi legami con il Ticino e la Svizzera risalgono però agli anni giovanili e in particolare alla sua amicizia con Stefano Franscini.
Pubblicista, filosofo, politico, animatore intellettuale e culturale, Cattaneo vedeva nel federalismo elvetico un modello per il Risorgimento italiano e per i futuri "Stati Uniti d'Europa". In una Svizzera idealizzata, egli ritrovava quei presupposti - il federalismo, la libertà, il repubblicanesimo, la figura del cittadino soldato - che gli servivano da pietra di paragone con quanto stava avvenendo in Italia, dove l'unità nazionale nasceva come egemonia di una monarchia centralistica. Del nostro paese ammirava inoltre la sua appartenenza apparentemente armonica a realtà culturali ed economiche diverse.
Ciò coincideva con la visione del mondo di Cattaneo: il divenire storico come elevazione materiale e morale dei popoli, capace di fondere le tradizioni nazionali e locali con gli imperativi del progresso. Il pensatore e l'uomo politico dovevano favorire e assecondare lo sviluppo della civiltà, promovendo innovazioni economiche, culturali e scientifiche, ed effettuando opportune riforme in senso liberale e democratico. Una posizione che spiega la battaglia di Cattaneo per la linea ferroviaria del San Gottardo quale asse di collegamento europeo, nonché il suo impegno per riformare e potenziare gli studi superiori in Ticino e i progetti di bonifica del Piano di Magadino.
Il pensiero e l'azione di Cattaneo rimangono attuali, perché sotto molti aspetti precorrevano i tempi e non hanno trovato nell'Ottocento la comprensione e l'appoggio delle forze politiche e intellettuali. Egli è stato scarsamente ascoltato nella sua patria d'adozione e ancora meno in quella d'origine.
Indicizzazione delle sequenze:
Esule volontario (2'52''-8'00'')
Simpatie elvetiche (8'01''-10'50'')
L'incivilimento dei popoli (10''51''-17'28'')
Il federalismo e l'esempio elvetico (17'29''-22'49'')
L'educatore e il filosofo (22'50''-28'59'')
Spettatore impegnato in politica (29'00''-35'56'')
Piani troppo audaci per i suoi tempi (35'57''-40'05'')
Il progresso corre sui binari (40'06''-45'05'')
Un italiano molto svizzero (45'06''-49'19'')
La delusione dell'intellettuale (49'20''-56'13'')
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.