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«La scuola che verrà» spiegata a «Linea Rossa»

17 maggio 2017
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Un buon punto di partenza per documentarsi sul progetto di riforma scolastica denominato «La scuola che verrà» è il dossier speciale che vi ha dedicato la Documentazione regionale ticinese, servizio del Sistema bibliotecario ticinese. Nella loro premessa, gli estensori del dossier ricordano che se il referendum sulla riforma della scuola ticinese sottoposto al voto popolare il 23 settembre 2018, è sul credito necessario a promuovere la sperimentazione di tale riforma in alcune scuole del Canton Ticino, «la questione economica è in fondo un pretesto: il vero scontro - si nella premessa del dossier - è su concezioni diverse della scuola, della formazione, della cultura e dei compiti dello Stato al riguardo. Il 23 settembre 2018 la popolazione ticinese si esprimerà in merito al credito per la sperimentazione di una riforma della scuola che prevede significativi cambiamenti, particolarmente nella scuola media: abolizione dei livelli A e B in tedesco e matematica, laboratori introdotti per metà classe già dalla prima media, ateliers per sostenere i ragazzi nello studio di matematica, italiano e tedesco (due ore settimanali), ecc. È un progetto, che nelle intenzioni dei promotori, permetterà ai docenti di offrire percorsi didattici personalizzati e quindi più efficaci, valorizzando le capacità personali di ogni allievo. Tuttavia non mancano le critiche al riguardo, culminate con una raccolta di firme che ha portato alla votazione popolare. Molti affermano che la riforma comporterebbe un livellamento verso il basso delle competenze scolastiche, mentre la scuola non dovrebbe ignorare la crescente competitività del mercato del lavoro: un modello scolastico integrativo non dovrebbe quindi penalizzare, o anche solo annoiare, chi vorrebbe fare di più. Per contro, i fautori della riforma ne sottolineano la necessità, considerando i problemi scolastici legati alla maggiore fragilità dei ragazzi, all'inserimento di allievi stranieri e, non da ultima, alla necessità di mirare all'equità di risultati, portando ogni allievo al massimo di quanto è in grado di fare, ma evitando che la scuola di base diventi una scuola selettiva.»

La trasmissione televisiva «Linea Rossa Diretta» andata in onda il 17 maggio 2017 fu dedicata alla riforma «La scuola che verrà». Al dibattito settimanale con i giovani partecipò il direttore della Divisione della Scuola Emanuele Berger.

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